Il Sole 24 Ore

Il rilancio passa da crossover e berline

Non ci sarà la Giulia wagon ma arr iveranno altr i due modelli affini e una tre volumi di grossa taglia

- Massimo Mambretti

Dopo quelli fatti con Giulia e Stelvio il Biscione è pronto a compiere altri passi per ampliare la famiglia. Rispetto a tempo fa i piani sono stati rivisti, ma la consistenz­a della futura offerta rimane sempre numerosa. In sostanza, è stata rimodulata in funzione delle ultime tendenze, ovviamente sulla base dell’analisi di quanto capita in giro per il mondo. Infatti, l’Alfa Romeo ancora più di altri brand della galassia Fca ha una missione globale e non continenta­le né, tantomeno, regionale.

È stata proprio l’analisi di questa visione che ha portato ad annullare la genesi della Giulia station wagon. Anticipato sin dalla presentazi­one dei piani di sviluppo di Fca, dopo un susseguirs­i di conferme e smentite, alla fine il progetto è stato cancellato, non vanno più di moda oltreocean­o e non sono considerat­e dai mercati asiatici, ma anche nel Vecchio continente sono messe sotto assedio dal crescente gradimento che riscuotono suv e crossover in ogni fascia di mercato. La decisione, ventilata a Detroit e poi confermata qualche settimana dopo da Sergio Marchionne, lascerà,

quindi, a bocca asciutta soprattutt­o i fans italiani e tedeschi di questo genere di vetture, che già avevano immaginato quali vesti avrebbe potuto avere la familiare estrapolat­a dalla Giulia. In effetti, stando proprio all’andamento della domanda, lo stesso ruolo è sempre più impersonat­o da suv e affini, perché offrono spesso la

stessa guidabilit­à insieme a una versatilit­à di carico un po’superiore a quella di una familiare, grazie alla maggiore statura del corpo vettura.

Ecco, allora, che lo Stelvio - basato sulla stessa architettu­ra della Giulia ed è prodotto anch’esso a Cassino - di fatto prende anche il posto della familiare derivata dal- la prima berlina del nuovo corso dell’Alfa. Quest’ultima, tra l’altro, ottiene sempre più gradimento in tutta Europa e, addirittur­a, riscuote importanti riconoscim­enti anche nella terra delle sue principali rivali: la Germania.

Il filone aperto dalla Giulia, a livello stilistico e tecnologic­o, dovuto soprattutt­o all’avvento di una nuova architettu­ra e di inedite motorizzaz­ioni destinate anche ad ampliare il loro raggio d’azione in altri brand di Fca, ha ispirato quindi la decisione di realizzare un secondo suv marchiato Alfa Romeo. Questa proposta dovrebbe arrivare nel corso del 2018, sarà più robusta dello Stelvio e sarà prodotta a Mirafiori. Ovvero, nello stesso impianto da cui esce la Maserati Levante. Anche se nel pieno di una gestazione coperta da grande riserbo, nonché ancora protetta dal fatto che a oggi non sono ancora state avvistate vetture laboratori­o camuffate in circolazio­ne, si può ipotizzare che il grande sport utility Alfa dovrebbe avere lineamenti ispirati a quelle delle consanguin­ee, mentre sotto le vesti dovrebbe celare anche tecnologie condivise con la Levante. Per esempio, l’architettu­ra, come può suggerire il fatto che sarà prodotto a Mirafiori.

Proprio la condivisio­ne di pianali e motori, ormai principale artefice del veloce e consistent­e ampliament­o delle gamme di ogni marchio, dovrebbe portare in dote a Mirafiori anche una nuo- va berlina Alfa Romeo, di taglia superiore alla Giulia e prevista entro il 2020. Al di là della ridda di voci sulla denominazi­one (vanno da Alfetta a 166 e altre ancora) questa berlina sarà un altro tassello che l’Alfa utilizzerà per sostenere l’azione di contrasto ai marchi rivali, che ormai non sono più solo quelli premium di passaporto tedesco, ma anche Jaguar e Land Rover, nonché Volvo, che partendo dalla serie 90 mette in atto il completo rinnovamen­to, non solo stilistico e tecnico ma anche concettual­e, della sua offerta.

Ecco, allora, che le prossime mosse del Biscione potrebbero attuarsi anche allargando l’offerta di suv, con un modello più piccolo rispetto allo Stelvio da contrappor­re ad analoghe proposte della concorrenz­a, oltre che una coupé estrapolat­a dalla Giulia. Un modello aderente alla tradizione del marchio che, secondo alcuni rumors, potrebbe essere addirittur­a anticipato da una show-car al prossimo Salone di Ginevra. Fra pochi giorni vedremo se verrà allo scoperto.

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Made in Italy. A destra, la Giulia edizione Veloce; a sinistra, la Giulietta, che nonostante le molte primavere presidia con buoni risultati il segmento delle medie in Italia
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