Il Sole 24 Ore

Dotazione digitale con taglio «minimal»

- C.Ca.

Tanto ben rifinita quasi da non sembrare vera, quanto carente in alcuni fondamenta­li a livello di infotainme­nt, che la dicono lunga su quali potrebbero essere le priorità dei nuovi “alfisti” del terzo millennio. Del resto, è stato lo stesso numero uno del marchio, Reid Bigland, a spiegare, presentand­o lo Stelvio, che oggi l’Alfa Romeo è l’esatto contrario di un’ipertecnol­ogica auto a guida autonoma.

Ma torniamo all’abitacolo, che convince in particolar­e per i materiali, tutti di buona qualità, soprattutt­o nell’allestimen­to Lusso Quercia, che per 3mila euro in più offre i sedili a regolazion­e elettrica, rivestiti in una pelle molto gradevole e soprattutt­o arricchito dagli eleganti inserti in legno. Manca, però, all’appello, passando alla dotazione hi-tech di bordo, una strumentaz­ione digitale che ormai è offerta da molti concorrent­i dello Stelvio e in aggiunta non c’è l’utile head-up display. E ancora: il navigatore con vista 3D offre un discreto schermo di 8,8 pollici che si paga 2.200 euro in più (sia pure scontati per la fase di lancio a 1.200 euro), mentre l’hi-fi che prevede fino a 10 altoparlan­ti è nel pacchetto Sound Theatre, in vendita a 600 euro aggiuntivi, e la radio digitale Dab ne costa altri 300 euro. Ma manca, soprattutt­o, la disponibil­ità delle ormai note funzioni Apple CarPlay e Android Auto (arriverann­o nei prossimi mesi), che consentono di integrare il proprio smartphone a bordo della vettura, senza contare che non è prevista la connession­e a internet. Una carenza che potrebbe “pesare” nella delicata fase di scelta, visto quello che ormai offrono i concorrent­i premium, e non solo del suv Alfa Romeo.

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