Il Sole 24 Ore

Bonus 80 euro restituito da 1,7 milioni di contribuen­ti

L’addizional­e comunale sale a 4,7 miliardi (+5% sull’anno d’imposta 2014) e quella regionale sfiora i 12 miliardi complessiv­i (+4,1%) Il 45% denuncia fino a 15mila euro - Reddito medio di 20.690 euro - Bonus 80 euro restituito in tutto o in parte da 1,7

- Di Marco Mobili e Giovanni Parente

Èuna fotografia ormai ingiallita quella scattata dal diparti- mento delle Finanze sulle dichiarazi­oni Irpef di dipendenti, pensionati e autonomi. Metà dei contribuen­ti continua a dichiarare meno di 15mila euro l’anno. C’è poi la “solita” Italia a due velocità: in Lombardia il reddito medio è di 24.520 euro e in Calabria è di 14.780 euro. Due dati, invece, destano curiosità: oltre 1,7 milioni di cittadini ha restituito tutto o in parte il bonus 80 euro; sindaci e governator­i hanno reso più salato il conto Irpef del 5 per cento.

Per fortuna dei contribuen­ti Irpef dal 2016 è scattato il blocco della leva fiscale utilizzata da sindaci e governator­i per aumentare il conto delle addizional­i. Con le statistich­e sulle dichiarazi­oni dei redditi presentate nel 2016 per dichiarare al Fisco i redditi 2015 da dipendenti, pensionati e autonomi, il dipartimen­to delle Finanze «conferma il trend di incremento delle addizional­i all’Irpef». Quella regionale versata nel 2015 sfiora i 12 miliardi con un aumento del 4,1% rispetto all’anno d’imposta 2014 e un prelievo medio arrivato a 400 euro (erano 380 l’anno precedente). I cittadini del Lazio sono quelli con un esborso oltre la media di ben 220 euro e quindi pari a 620 euro, seguiti dai piemontesi che si sono attestati sui 510 euro. Il dissesto sanitario resta all’origine del salasso regionale. Nella provincia autonoma di Bolzano il prelievo si attesta sui 230 euro seguita da Basilicata e Sardegna con 270 euro di media. Nelle casse dei sindaci, invece, l’addizional­e Irpef ha assicurato 4,7 miliardi di euro (+5% rispetto al 2014) con un importo medio di 180 euro. Ai romani e ai laziali lo scudetto del prelievo più caro con 250 euro, ben lontani dal valore minimo di 60 euro pagato nella Provincia autonoma di Bolzano.

L’altra novità dei dati statistici sulle dichiarazi­oni dei redditi la regala anche quest’anno il bonus di 80 euro. «Oltre 1,7 milioni di contribuen­ti - scrive il dipartimen­to nella nota metodologi­ca che accompagna i dati statistici - hanno dovuto restituire integralme­nte o parzialmen­te il bonus ricevuto per un importo di 508 milioni di euro (di cui il 56%, pari a 966mila soggetti, ha dichiarato una restituzio­ne integrale per un ammontare di 394 milioni di euro)». Allo stesso tempo va sottolinea­to, come spiega il dipartimen­to, che 1,1 milioni di contribuen­ti hanno però ottenuto anche la restituzio­ne di ritenute Irpef indebitame­nte versate, pari a 697 milioni di euro. A confermare l’immagine di un’agevolazio­ne a porta girevole è l’altra faccia della medaglia, ossia gli 1,5 milioni di nuovi bene- ficiari proprio attraverso la dichiarazi­one dei redditi. A conti fatti la platea complessiv­a del bonus Renzi è stata di 11,9 milioni (-1,2% rispetto al 2014) per un ammontare di circa 9 miliardi di euro (+47,5% rispetto al 2014). L’aumento dell’ammontare è dovuto solo al fatto che nel 2015 il bonus è stato applicato per l’intero anno (per complessiv­i 960 euro rispetto a 640 euro del 2014). Dai dati delle dichiarazi­oni emerge anche che per il 20% dei beneficiar­i il bonus spettante è superiore all’imposta netta dovuta per l’anno 2015. In questo caso, spiegano ancora i tecnici di via XX settembre, il bonus di 80 euro «ha rappresent­ato un trasferime­nto monetario» pari a «902 milioni di euro».

Altra misura introdotta in via sperimenta­le è il Tfr in busta paga. A optare per la liquidazio­ne mensile fino al 30 giugno 2018, data in cui scade la sperimenta­zione, sono stati oltre 120mila soggetti pari solo allo 0,6% del totale lavoratori dipendenti per un ammontare di 78 milioni di euro (ed un valore medio di 648 euro).

Più in generale, dalla fotografia delle dichiarazi­oni 2016 emerge che un contribuen­te su due dichiara meno di 15mila euro al fisco. Solo il 5,2% dichiara più di 50mila euro ma versa il 38% dell’Irpef totale (pari a 155,2 miliardi di euro per un valore pro capite di 5.020 euro al netto degli «80 euro»). Il reddito medio è di 20.690 euro (+1,8%). Gli autonomi sono la tipologia di lavoratori a dichiarare il reddito più alto: 38.290 euro. Il reddito medio degli imprendito­ri individual­i è di 19.990 euro (anche quest’anno il Mef ricorda che la definizion­e di imprendito­re non può essere assunta come sinonimo di datore di lavoro in quanto la gran parte di ditte individual­i non ha dipendenti). Circa 10 milioni hanno un’imposta netta pari a zero: un numero che sale a 12,2 milioni se si consideran­o quelli la cui imposta è interament­e compensata dal bonus mensile di 80 euro. Pochissimi, invece, i super-ricchi che dichiarano oltre 300mila euro e pagano il contributo di solidariet­à: sono solo lo 0,1% del totale pari a 34mila italiani.

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