Il Sole 24 Ore

Le gioie (Generali) e i dolori (Saipem e Trevi) di Cdp

Minusvalen­ze teor iche per 400 milioni a fronte di 650 milioni di plusvalenz­e

- Di Fabio Pavesi

pChissà se quando appronterà il bilancio 2016 Cdp equity, (l'ex Fondo Strategico Italiano) provvederà a svalutare la sua quota del 12,5% in Saipem. Fino all’ultima semestrale, nonostante la capitalizz­azione di mercato fosse scesa sotto il valore del patrimonio, i vertici del Fondo di Cdp hanno deciso che quella perdita di valore sarà recuperabi­le in futuro. Sarà, ma ci vorrà tempo dato che per riprendere l’investimen­to iniziale da 903 milioni, effettuato a fine del 2015, il titolo della società petrolifer­a dovrebbe risalire del 70%. Oggi la minusvalen­za potenziale vale 366 milioni. Ma non c’è solo Saipem ad appesantir­e le fortune dell’ex Fondo Strategico Italiano, pensato, come recita la mission aziendale «per dare slancio all’economia italiana, investendo in capitale di rischio di imprese di rilevante interesse nazionale, ovvero in società in equilibrio economico patrimonia­le finanziari­o, con adeguate prospettiv­e di redditivit­à idonee a generare valore per gli investitor­i». Di valore con Saipem, reduce da 3 miliardi di perdite cumulate negli ultimi 4 anni, se ne è visto ben poco. L’altro tallone d’ Achille del fondo azionario della Cassa Depositi e Prestiti si chiama Trevi. Qui quei 100 milioni investiti a fine 2014 per rilevare il 16,8% della società per le escavazion­i petrolifer­e sono stati svalutati per 33 milioni. Ma il conto è in realtà più pesante dato che Trevi capitalizz­a tuttora 166 milioni per un valore di mercato dell'investimen­to della Cassa depositi di 28 milioni e non di 67 come ri- portato a bilancio. Ci vorrà tempo anche qui. L’ex Fondo però non ha fretta, investe sul lungo termine e per fortuna ha portato a casa ricche plusvalenz­e su Generali e su altri titoli dismessi dal portafogli­o dove il valore creato si è visto. La vendita del 4,5% di Generali, in pancia dal 2013 e venduta due anni dopo, ha fatto incassare 230 milioni di plusvalenz­e. L’investimen­to liquidato in Metroweb ha fruttato 130 milioni. E poi tra Sia e Ansaldo Energia dove sono stati venduti parte dei pacchetti azionari Cdp Equity ha portato a casa quasi 300 milioni. In totale i disinvesti­menti hanno prodotto guadagni per 650 milioni. Sarebbe un ottimo risultato su un patrimonio investito di oltre 2,5 miliardi, ma quelle minusvalen­ze, per ora solo virtuali ma pesanti da quasi 450 milioni, ab- bassano notevolmen­te il rendimento potenziale del portafogli­o. Ovviamente si vedrà se e quando sia Saipem che Trevi recuperera­nno il terreno perduto. Resta sullo sfondo un quadro con le luci dei guadagni e con le ombre di quei due investimen­ti assai poco fortunati. Ora si è aggiunto un nuovo investimen­to fresco fresco. Quello sulle Bonifiche Ferraresi. O meglio Cdp Equity entra con il 23% nella Holding che governa Bonifiche con un assegno di 50 milioni. Bonifiche è la più grande azienda agricola italiana. L’azienda fa ricavi per 18 milioni e presenta un utile di 2 milioni. Per capire se sarà un buon investimen­to per Cdp molto dipende dal prezzo d’acquisto. In Saipem e Trevi quei prezzi alla luce del crollo si sono rivelati alti, troppo alti.

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