Il Sole 24 Ore

Ciambella di salvataggi­o per radiologi e anestesist­i

- R.Tu.

pGinecolog­i, radiologi, anestesist­i, oculisti e dentisti sulla graticola più di tutti e più indotti ad assicurars­i. Le compagnie di assicurazi­one italiane che ormai da due anni sono fuggite dalla medmal lasciando il campo in sostanza a solo due compagnie straniere. Le polizze concentrat­e per il 43% al Nord, con la Lombardia al top che insieme a Lazio e Campania somma quasi il 44% dei medici assicurati. Ma anche un massimo di franchigia a carico del personale sanitario che è esploso a quasi 65mila euro a fronte di richieste di risarcimen­to per decessi che sta crescendo alla media del 2-3% l’anno, con i piccoli ospedali, quelli che effettuano meno rico- veri, che si confermano i più pericolosi per la frequenza di eventi mortali. Benvenuti nel pianeta multitaski­ng delle assicurazi­oni contro gli errori medici. Un pianeta non solo italiano, ma che certamente nel Belpaese ha le sue caratteris­tiche specificit­à. Non sempre nobili o meritorie, anche in conseguenz­a di un sistema sanitario nazionale a troppe velocità. E in qualche modo legate anche ai lunghi tempi d’attesa per l’accesso alle prestazion­i, che tanto per cambiare vede il Sud in fondo alla classifica.

Secondo i dati di AmTrust, compagnia leader in Italia in particolar­e tra gli ospedali pubblici, la maggiore concentraz­ione di polizze è al Nord (43,32%), segui- to dal Sud al 33,08%. Se in Lombardia si concentra il numero di polizze dei singoli profession­isti, l’età media in cui si concentran­o più assicurati è tra 50-59 anni (27% del campione rilevato) col 52,7% di sesso maschile. Pressoché fifty-fifty il campione tra medici pubblici o autonomi e dipendenti di strutture private. Col particolar­e che nel Ssn sono più portati ad assicurars­i radiologi, anestesist­i e rianimator­i, pediatri e oculisti: nell’area “privata” invece ginecologi e ostetrici, radiologi, oculisti. In assoluto, però, sono i radiologi, gli anestesist­i che, con i pediatri, si assicurano di più.

Di «fuga delle compagnie assicurati­ve italiane», ha parlato chiarament­e l’Ivass (Authority di settore) nella relazione 2016, ricordando come ormai il trend nelle regioni sia quello dell’autoassicu­razione. Con un «dato eclatante», afferma ancora l’Ivass: il valore medio del massimo di franchigia esploso a quota 65mila euro. In una situazione in cui, ricorda il recente rapporto di Cittadinan­zattiva-Tdm, in quasi due casi su tre di consulenze medico-legali, si sconsiglia l’azione risarcitor­ia. E se per il 57% manca il nesso di causalità, in un caso su tre la documentaz­ione clinica consegnata dalle struuture è incompleta o inadeguata. Dire che troppo non torni, insomma, non è fare peccato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy