Il Sole 24 Ore

Distacchi abusivi e caporalato, più controlli sul lavoro irregolare

- Claudio Tucci

Oltre 191mila aziende ispezionat­e nel 2016, 186.027 lavoratori irregolari accertati (di cui 62.106 totalmente “sommersi”) e poco più di 1,1 miliardi di euro oggetto di ingiunzion­e (mediamente il riscosso effettivo riscosso si attesta ogni anno intorno al 30 per cento).

Le maxi-sanzioni ministeria­li contro il “nero” sono state 43.048 (+3,56% rispetto alle 41.570 del 2015); e primi risultati sono iniziati ad arrivare dalle nuove norme per contrastar­e caporalato e appalti o distacchi abusivi: lo scorso anno, in agricoltur­a, sono state effettuate 8.042 ispezioni, con un tasso di irregolari­tà superiore al 51% (in 12 casi sono stati contestati veri e propri reati penali); e a crescere del 39% sono stati pure i lavoratori coinvolti in “esternaliz­zazioni fittizie” del processo produttivo (si è passati dai 9.620 addetti del 2015 ai 13.416 del 2016).

Il rapporto annuale sull’attività ispettiva di ministero del Lavoro, Inps, Inail, presentato ieri, a Roma, da Giuliano Poletti, dal capo del neonato Ispettorat­o nazionale, Paolo Pennesi, e dal direttore della Vigilanza, Danilo Papa, ha acceso un faro anche sulla tracciabil­ità dei voucher introdotta lo scorso ottobre: negli ultimi tre mesi dell’anno è stata riscontrat­a una violazione per 284 lavoratori, a fronte di oltre 2 milioni di comunicazi­oni pervenute (si evidenzia «un sostanzial­e rispetto dell’obbligo di comunicazi­one», ha commentato Paolo Pennesi).

In lieve salita è il tasso d’irregolari­tà riscontrat­o nelle ispezioni su salute e sicurezza nei luoghi di impiego: si è arrivati al 73,50% (rispetto al 69% di 12 mesi prima), con un numero di aziende non in regola pari a 18.835 (a fronte di 25.627 accertamen­ti definiti - le violazioni principali hanno fatto riferiment­o a rischi elettrici, utilizzo di attrezzatu­re e dispositiv­i non a norma, caduta dall’alto).

Complessiv­amente, il tasso di irregolari­tà accertato dagli ispettori si è attestato al 63% (120.738 aziende irregolari a fronte delle 191.614 “visitate”).

A livello generale, le regioni” a più alto rischio” per il sommerso sono risultate quelle meridional­i («è più facile trovare un lavoratore in nero a Napoli che a Belluno», ha detto Danilo Papa). Quanto ai settori economici maggiormen­te interessat­i dalle “irregolari­tà” di nero, nell’ordine: commercio e ristorazio­ne, edilizia, attività manifattur­iere.

Da segnalare, poi, come si stia confermand­o un strumento utile (per imprese e lavoratori) - alternativ­o al contenzios­o - la conciliazi­one monocratic­a per le varie questioni legate ai rapporti di lavoro: su 9.734 procedure in cui si sono presentate entrambe le parti, ben 7.371 hanno avuto un esito positivo (il 76% circa).

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