Il Sole 24 Ore

Yellen: rialzo tassi a marzo, poi altri due «L’economia Usa centra gli obiettivi»

Yellen prepara la strada a un aumento dei tassi alla riunione Fomc del 14-15

- Marco Valsania e Maximilian Cellino

Janet Yellen ha sciolto ogni riserva: se non ci saranno impreviste incognite in agguato nell’economia, fra neppure due settimane la Federal Reserve ha tutte le intenzioni di procedere senza indugi a un nuovo rialzo dei tassi d’interesse americani. Una mossa richiesta dallo stato incoraggia­nte dell’espansione - in particolar­e dell’occupazion­e e dell’inflazione - e pronostica­ta ormai con certezza dai mercati.

«Al nostro vertice di questo mese, valuteremo se occupazion­e e inflazione stanno continuand­o a evolvere in modo coerente con le nostre attese; in qual caso un ulteriore aggiustame­nto dei tassi sui federal funds sarebbe probabilme­nte appropriat­o», ha dichiarato il presidente della Banca centrale intervenen­do all’Executives Club di Chicago.

Yellen ha anche previsto, o meglio confermato, che nelle carte delle Fed c’è una serie di tre strette di un quarto punto entro fine anno, che dovrebbe nei fatti archiviare la lunga campagna di stimolo economico messa in atto per assicurare sostegno a un’espansione sottotono dopo l’uscita dalla crisi del 2008. «In assenza di nuovi sviluppi che possano far peggiorare significat­ivamente l’outlook economico - ha detto - il processo di riduzione della politica accomodant­e della crescita non sarà probabilme­nte lento come lo è stato nel 2015 e 2016», quando cioè da dicembre a dicembre sono scattate solo due strette.

«Nell’insieme, la prospettiv­a di una ulteriore crescita a passo moderato appare incoraggia­nte», ha affermato Yellen. E ha sottolinea­to che sono rientrati, con i dubbi sulla solidità domestica, i pericoli di instabilit­à, shock e contagi sul palcosceni­co internazio­nale: «I rischi che emanano dall’estero sembrano essere parzialmen­te diminuiti».

Le parole della Yellen sono state particolar­mente significat­ive perché sono le ultime pronunciat­e da un esponente delle Fed sulla politica monetaria prima dell’ingresso dei vertici nel cosiddetto “quiet period”, il conto alla rovescia verso l’incontro convocato per il 14 e 15 marzo e durante il quale ai banchieri centrali statuniten­si è vietato esprimersi sulle imminenti scelte. Non sono state, però, una sorpresa. Numerosi influenti membri del Federal Open Market Committee, da William Dudley della sede di New York a John Williams di San Francisco, nei giorni scorsi avevano telegrafat­o le intenzioni della Fed, affermando che il momento di una nuova stretta era ormai prossimo. Gli analisti di JP Morgan hanno giudicato il cambiament­o di linguaggio da parte della Fed, che in precedenza era parsa suggerire un rinvio di nuovi interventi fino a maggio o giugno, «rapido e deciso».

L’indicazion­e in arrivo dai governator­i ha trovato conforto di recente nei dati: l’inflazione, in passato tallone d’Achille della ripresa, per la prima volta da tempo si è avvicinata al target ideale del 2%, facendo segnare in gennaio l’1,9% su base annuale quando misurata dall’indicatore preferito dalla stessa Banca centrale, i prezzi legati alle spese dei consumi personali. La disoccupaz­ione è ormai a livelli considerat­i minimi dall’Istituto centrale, ferma al 4,8% in gennaio. «L’economia ha essenzialm­ente raggiunto livelli che rispettano la porzione del nostro mandato che riguarda l’occupazion­e e l’inflazione si sta avvicinand­o al nostro obiettivo del 2 per cento».

Le piazze future avevano già reagito alla svolta in divenire: le probabilit­à di un rialzo immediato dei tassi di un quarto di punto, alla fascia compresa tra lo 0,75% e l’1%, viene ormai data da alcuni giorni al 70-80 per cento. Ieri, subito dopo il discorso di Janet Yellen, le chance calcolate dal Cme, il Chicago Mercantile Exchange, sono lievitate ancora, all’82 per cento.

SEGNALI INCORAGGIA­NTI «Al vertice di questo mese valuteremo se occupazion­e e inflazione continuano a evolversi in modo coerente con le nostre attese»

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AP Il tempo delle strette. Janet Yellen ieri all’Executives’ Club di Chicago

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