Deutsche Bank: al board l’aumento da 8 miliardi
Oggi il Consiglio di sorveglianza del gruppo tedesco decide il piano per immettere nuovo capitale
pIl consiglio di sorveglianza di Deutsche Bank si riunirà oggi per discutere un aumento di capitale da circa 8 miliardi di euro e altre “misure strategiche”. Con una nota diffusa venerdì in serata, la banca ha ammesso per la prima volta che sta preparando l’aumento, dopo aver negato per mesi di averne bisogno. Le altre misure citate sono il mantenimento di Postbank nel perimetro del gruppo, la banca che opera attraverso gli sportelli postali e che era stata messa in vendita due anni fa, la vendita di una quota di minoranza della società di gestione di fondi, Deutsche Asset Management, attraverso un collocamento pubblico, e l’integrazione fra le divisioni di mercati e di corporate finance, che erano state separate nell’ottobre 2015. In tutti e tre i casi si tratta di una marcia indietro rispetto alla direzione strategica indicata in precedenza. Il gruppo, secondo diverse fonti, si starebbe preparando anche a una ristrutturazione dei vertici con la nomina di due vice per l’amministratore delegato, John Cryan.
Deutsche Bank viene da due anni molto difficili, dopo una perdita di 6,8 miliardi di euro nel 2015 e di 1,4 miliardi nel 2016, e il coin- volgimento in una serie di scandali finanziari su tutte le principali piazze mondiali, oltre a diversi ribaltoni nel top management. Il momento più critico è arrivato nel settembre scorso, quando, dopo la richiesta da parte del ministero della Giustizia degli Stati Uniti di 14 miliardi di dollari per chiudere un’inchiesta su scorrettezze nel collocamento di titoli cartolarizzati, il titolo è crollato al minimo storico di 10 dollari ed è circolata con insistenza la voce che il maggiore gruppo bancario tedesco potesse addirittura aver bisogno di un salvataggio pubblico. Dopo la chiusura della vicenrda Usa per 7,2 miliardi di dollari, metà della domanda iniziale delle autorità, e di un altro caso in Russia per 630 milioni di dollari, la banca sembra essersi messa alle spalle, come aveva promesso Cryan, le vicende giudiziarie più gravi, anche se alcune restano aperte in varie giurisdizioni. Le azioni hanno recuperato terreno (venerdì hanno chiuso a 19,14 euro) e anche questo può aver fatto riconsiderare la possibilità di un aumento di capitale, che Cryan, non più tardi di un mese fa, aveva negato fosse necessario. Con un capitale primario Cet1 dell’11,9%, superiore ai requisiti di vigilanza, la banca resta comunque al di sotto dei suoi concorrenti e in ritardo sui propri piani. Inoltre, la prossima approvazione delle nuove regole di Basilea potrebbe alzare ancora l’asticella. Non è chiaro se l’aumento messo in cantiere ora sia in grado di far fronte anche a queste eventuali necessità.
L’aumento, che dev’essere approvato dal consiglio di vigilanza e dal consiglio di gestione, ne segue altri due realizzati nel 2013 e nel 2014 e resta «soggetto alle condizioni di mercato», come le altre misure, secondo la nota della banca. La preoccupazione degli investitori riguarda tuttavia non solo l’operazione sul capitale, ma la redditività futura della banca, che il mese scorso ha ammesso di aver perso clienti durante la fase più acuta della propria crisi, e soprattutto la strategia. Postbank, che era stata acquistata nel 2010 per ampliare la presenza nel retail in Germania e ridurre la dipendenza degli utili del gruppo dall’investment banking (il quale era stato anche la causa del coinvolgimento in tutti gli scandali finanziari e vicende giudiziarie), era stata messa in vendita dopo che non aveva dato i risultati sperati, ma viene ora reintegrata. L’investment banking, che ha perso colpi soprattutto nei confronti dei concorrenti americani, viene a sua volta ricompattato dopo che era stato diviso in due nell’ottobre 2015 in uno dei primi atti della gestione Cryan. L’Ipo di una quota dell’asset management era stata sempre esclusa: potrebbe fruttare circa 2 miliardi di euro, anche se negli ultimi sei trimestri Deutsche AM ha accusato costanti deflussi di fondi della clientela.
L’affiancamento a Cryan, arrivato due anni fa per ristrutturare il gruppo, di due vice - l’attuale direttore finanziario Marcus Schenck, che diventa uno dei due capi dell’investment banking, e il responsabile di retail e private banking Christian Sewing - potrebbe inoltre preludere a un nuovo cambio al vertice.
CAMBIO AI VERTICI Il gruppo si starebbe preparando anche a una ristrutturazione dei vertici con la nomine di due vice per l’amministratore John Cryan