Capsule del caffè, operazione riciclo
In cinque anni 1.725 tonnellate di capsule raccolte. È questo il bilancio complessivo del programma The Positive Cup, lanciato da Nespresso nel 2011 per salvare dai rifiuti indifferenziati le capsule del caffè che molti italiani usano quotidianamente nelle loro macchinette. Il programma, che risponde alle accuse degli ambientalisti di creare un’inutile proliferazione di contenitori monodose difficili da riciclare, consente di separare il caffè residuo dall’alluminio e di avviare i due materiali a due distinti processi di valorizzazione. La raccolta, nata dalla collaborazione con il Consorzio nazionale riciclo alluminio, con il Consorzio italiano compostatori e con Federambiente, è in costante aumento e coinvolge ormai ben 55 città con 91 punti di consegna. In base agli ultimi dati, nel 2016 le tonnellate raccolte sono salite a 448, dalle 419 del 2015, superando le previsioni.
Questi risultati sono il frutto di un processo che parte proprio dai consumatori, sempre più consapevoli della necessità di non sprecare le materie prime. In Italia le capsule usate si possono riconsegnare nell’apposita area del riciclo presente all’interno delle Boutique Nespresso o nelle isole ecologiche distribuite su tutto il territorio nazionale. Una volta raccolte, le capsule usate vengono gestite in maniera differente rispetto a tutti gli altri rifiuti: nelle città dove sono presenti punti di raccolta, Nespresso stabilisce accordi specifici con le municipalizzate per il ritiro. Le capsule vengono trattate, quindi, con un sofisticato sistema, che permette di separare i resti di caffè dall’involucro e di avviare i materiali a due differenti cicli di recupero. L’alluminio, che preserva la qualità del caffè come nessun altro materiale, viene destinato alle fonderie e una volta fuso conserva tutte le sue proprietà, consentendo un notevole risparmio di energia rispetto alla produzione di alluminio vergine. I fondi di caffè, invece, vengono avviati a compostaggio 100% biologico e utilizzati come fertilizzanti nella risaia Cusaro, in provincia di Pavia. Il riso prodotto grazie a questo concime naturale viene riacquistato da Nespresso e successivamente donato alla Fondazione Banco alimentare della Lombardia.
«L’obiettivo del programma è ampliare al 100% la capacità di raccolta delle capsule di alluminio ovunque operiamo», spiega Fabio Degli Esposti, numero uno italiano di Nespresso. «Lavoriamo da oltre vent’anni per favorire il recupero e il riciclo delle capsule di alluminio», precisa Degli Esposti. La prima iniziativa dedicata risale al 1991, anno del primo programma di recupero di Nespresso, realizzato in Svizzera. Da quel momento Nespresso ha ampliato sempre di più il numero di Paesi coinvolti, in Europa e nel resto del mondo, adottando ogni volta uno schema
La raccolta legata al programma lanciato da Nespresso per il riciclo delle capsule del caffè coinvolge ormai 55 città italiane, con 91 punti di consegna
compatibile con le regole e con le consuetudini di ogni Paese e creando relazioni con associazioni e consorzi locali. A fine 2015 il programma ha raggiunto i 100mila punti di raccolta dedicati e in 15 Paesi dei 40 coinvolti è disponibile anche un servizio di ritiro a domicilio. Questi sono i Paesi, come ad esempio la Svizzera, dove il programma ha più successo, con percentuali di recupero vicine al 100 per cento.
«Il servizio a domicilio, però, in Italia per ora non è possibile, perché è necessaria una normativa che consenta ai corrieri di prendere in carico le borse di capsule usate. Non in tutti i Paesi questo è consentito», spiega Degli Esposti. Nei Paesi dov’è consentito, al primo acquisto si riceve una borsa dove raccogliere le capsule usate, che vengono rispedite al mittente alla consegna successiva. Un sistema efficace, finché la scienza non ci toglierà d’impaccio, inventando la capsula riutilizzabile all’infinito.