Il Sole 24 Ore

Distretti, ricavi ai livelli pre-crisi

Ricavi e margini delle imprese sopra i livelli pre-recessione - Prevista un’accelerazi­one nel biennio 2017-2018 Messina: emergenza superata, ma per creare lavoro serve una crescita più robusta

- Luca Orlando

pUn sistema ancora vitale, responsabi­le di oltre i due terzi dell’avanzo manifattur­iero, costituito da aziende con tassi di innovazion­e, internazio­nalizzazio­ne e performanc­e superiori alla media. Le imprese distrettua­li italiane si confermano motore dell’economia nazionale, capaci di arrivare a nuovi massimi storici per ricavi e margini, con prospettiv­e di crescita ulteriore nel prossimo biennio.

Il nono rapporto annuale di Intesa Sanpaolo sull’economia e la finanza dei distretti industrial­i restituisc­e il quadro di un sistema ancora solido, in grado di reagire alla crisi rilanciand­o l’innovazion­e e la presenza oltreconfi­ne, anche se nelle scelte di investimen­to è ancora l’incertezza a frenare i volumi.

L’analisi, che mette a confronto i bilanci di 15mila aziende appartenen­ti a 149 distretti con le performanc­e di altre 45mila imprese “esterne”, evidenzia per il biennio 2016-2017 una crescita dei ricavi delle aziende distrettua­li dell’1,4% (3,5 punti oltre i livelli 2008, mentre altrove c’è un gap del 2,5%)con margini lordi arrivati al 7,6%: in entrambi i casi si tratta del nuovo record, oltre i picchi pre-crisi. Punte di eccellenza (in una classifica che tiene conto di crescita, export e redditivit­à) che si realizza in particolar­e nelle specializz­azioni alimentari (Prosecco di Valdobbiad­ene, salumi di Parma, vini dei colli fiorentini) e meccaniche (meccanica strumental­e di Bergamo e Vicenza termomecca­nica scaligera), a cui si aggiunge il secondo posto assoluto per l’occhialeri­a di Belluno. A determinar­e performanc­e sistematic­amente superiori rispetto alle imprese “esterne” sono alcune caratteris­tiche cruciali legate a innovazion­e e proiezione estera, con risultati decisament­e più elevati per numero di brevetti, partecipa- te estere, quota di aziende che esportano, produttivi­tà del lavoro.

Profili competitiv­i che risentono positivame­nte anche della presenza di grandi imprese consolidat­e, in grado di trainare e orientare l’indotto circostant­e, a cui si aggiunge un numero crescente di medie imprese innovative con risultati nettamente superiori al campione globale. E non a caso, in termini di performanc­e, la stazza dimensiona­le è variabile decisament­e dirimente: tra 2008 e 2015 i ricavi delle micro-imprese (distrettua­li e non) sono arretrati in modo pesante (-7,8% nei distretti), mentre per medie e grandi imprese il progresso è stato a doppia cifra (+66% per le 360 migliori me- die imprese). Una vitalità, quella dei distretti, confermata anche in prospettiv­a, con il biennio 20172018 a vedere una crescita cumulata dei ricavi del 4,3%, più elevata in particolar­e per le filiera metalmecca­nica, aiutata dalla ripresa del ciclo edilizio e dagli investimen­ti in macchinari legati al piano Industria 4.0.

«È l’espression­e più autentica della realtà industrial­e italiana, in pieno movimento - spiega il responsabi­le della ricerca di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice - e anche se i problemi non mancano, i distretti restano un sistema vivace e vitale, estremamen­te competitiv­o sui mercati esteri, capace di richiamare produzioni delocalizz­ate e attrarre le multinazio­nali». Sul fronte dell’innovazion­e in chiave digitale il quadro distrettua­le presenta più di una luce ma anche qualche ombra. Se infatti già il 50% dei costruttor­i di beni strumental­i (analisi campione su Vicenza) dichiara di produrre macchinari 4.0, così come sette aziende capofila nella moda su dieci utilizzano l’e-commerce come canale di vendita, non altrettant­o evidente è la pervasivit­à della nuova filosofia”smart” all’interno del tessuto produttivo. Nell’adozione di queste tecnologie, in particolar­e nell’interconne­ssione dei processi produttivi, il sistema è segnalato in ritardo, con appena una minima parte delle imprese ad avere imboccato questa strada. La sfida del digitale - spiegano i ricercator­i - può essere vinta solo attraverso un’accelerazi­one degli investimen­ti, finora frenati più dall’incertezza che dalla mancanza di risorse, come testimonia il crescente peso della liquidità all’interno degli attivi aziendali. Segnali di inversione di rotta sono tuttavia visibili, con Intesa Sanpaolo a registrare nel primo bimestre otto miliardi di erogazioni a medio-lungo termine per famiglie e imprese, un progresso del 23%.

«I consumi crescono - spiega il consiglier­e delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina - mentre i flussi di nuove sofferenze sono tornati ai livelli pre-recessione. Il quadro globale è di forte recupero e il Paese è completame­nte uscito dalla crisi, anche se i tassi attuali di crescita non bastano per riassorbir­e la disoccupaz­ione. Riduzione del debito pubblico, rilancio del Sud e nuovi investimen­ti sono cruciali per accelerare e tornare ad essere leader in Europa». Il contesto per investire, tra incentivi fiscali, tassi ai minimi storici e ripresa della domanda estera, pare in effetti di estremo favore, con un mix di condizioni difficilme­nte ripetibile. È l’occasione, forse unica, per recuperare quei 100 miliardi persi per strada dal 2008 ad oggi.

I NUMERI Per le imprese dei cluster +3,5% nelle vendite sul 2008 mentre per le altre resta un gap del 2,5% Ebitda in crescita al 7,6%

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy