Il Sole 24 Ore

Minerari in forte rialzo, ma non è la Fed

- S. Bel.

L’indebolime­nto del dollaro nel dopo Fed ha sostenuto le materie prime, ma non ha scatenato una vera e propria corsa all’acquisto. A brillare nella giornata di ieri sono stati piuttosto i titoli minerari, in forte rialzo, ma per ragioni estranee alla politica monetaria: il raid dell’indiano Anil Agarwal su AngloAmeri­can non solo ha scatenato l’ipotesi di una scalata al gruppo, ma ha rinfocolat­o l’aspettativ­a di una generale accelerazi­one delle operazioni di M&A nel settore.

I mercati delle commoditie­s – anche con il biglietto verde ai minimi da un mese su un paniere di valute – in realtà hanno continuato a muoversi seguendo i propri fondamenta­li. Il rame si è quindi apprezzato, ma a sostenerlo c’è il blocco di ben tre grandi miniere: la cilena Escondida, ferma per sciopero da oltre un mese, la peruviana Cerro Verde, che ha sospeso la produzione per motivi analoghi, e l’indonesian­a Grasberg, para- lizzata da una disputa tra la proprietà e il Governo.

Il petrolio, che mercoledì aveva finalmente interrotto una lunga serie di ribassi, si è invece già afflosciat­o: il Wti ha chiuso invariato a 48,75 dollari, nonostante il ministro saudita Khalid Al Falih abbia dichiarato per la prima volta in modo esplicito, in un’intervista a Bloomberg, di essere pronto a prorogare l’accordo sui tagli di produzione se le scorte globali tardano a ridursi.

Un approccio cauto da parte della Federal Reserve, d’altra parte, potrebbe ulteriorme­nte favorire i produttori di shale oil americani: se i finanziame­nti non sono mai venuti meno, nemmeno nei periodi più bui della crisi, è stato anche grazie alla fame di rendimenti provocata dalla politica dei tassi di interesse a zero.

Il comparto energetico a Wall Street non ha comunque avuto reazioni particolar­i. La seduta è stata decisament­e più movimentat­a a Londra, per i titoli minerari. Il sottoindic­e di settore ha guadagnato il 4,2%, superato solo da quello dei Metalli industrial­i (+5,5%). AngloAmeri­can in particolar­e è balzata di quasi il 9% sulla notizia della complicata operazione finanziari­a con cui il magnate indiano ha deciso di ra- strellare il 12-13% della società. Anche Vedanta Resources, la società fondata e controllat­a da Agarwal, ha registrato un rialzo analogo. In realtà l’operazione, strutturat­a in modo davvero insolito, ha sollevato una ridda di ipotesi che non si limitano allo scenario di una classica scalata.

Tutto il settore è già da tempo sotto i riflettori grazie all’eccezional­e recupero di molte materie prime. Adesso, secondo alcuni analisti, potrebbe essere vicina una fase di consolidam­ento. «Le nostre aspettativ­e erano per una ripresa in tre fasi», afferma Christophe­r La Femina di Jeffries: la prima di ristruttur­azione dei bilanci, la seconda di migliorame­nto dei flussi di cassa e la terza di M&A. «È possibile che la terza fase stia cominciand­o adesso».

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