Industria e servizi per recuperare il gap
p Una politica per il Sud che sia la stessa del paese, ma con una maggiore intensità. Mettendo al centro la questione industriale, senza antitesi tra industria e servizi, sempre più complementari in un’economia 4.0. È il filo rosso del dibattito che si è tenuto ieri nella sede della Luiss Business School per presentare una nuova iniziativa: un polo di ricerca sulle politiche di sviluppo, dedicato in particolare al Sud, da cui deriva la nascita del Laboratorio Luiss sul Mezzogiorno e di un master di secondo livello in “economia e politiche dello sviluppo”, che spazierà dalle public policy all’europrogettazione, ai nuovi linguaggi dell’economia digitale.
Un impegno che ha una premessa: il divario tra le due parti del paese non è diminuito, anzi. «Bisogna partire dai casi di successo, rafforzarli e replicarli. Il Sud che cresce di più dove c’è un’industria con una componente di servizi forte», ha detto la presidente Luiss, Emma Marcegaglia.
C’è ancora una situazione di difficoltà che riguarda tutto il paese: «La fase di emergenza è ancora in atto. Per tornare a essere un paese competitivo occorre riportare l’attenzione sulla questione industriale» ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Al paese occorre una sola politica economica - ha aggiunto - non 20 politiche diverse. È necessaria una convergenza delle Regioni per intensificare le misure prese a livello nazionale. Siccome non possiamo abbassare le tasse domattina diamo una premialità a chi investe nel paese e in particolare nel Sud», ha continuato il presidente di Confindustria citando come esempio il credito di imposta potenziato per chi investe nel Mezzogiorno: «Abbiamo questa premialità, dobbiamo raccontarlo al mondo».
L’iniziativa di ieri, che nasce da una partnership triennale tra l’Università Luiss Guido Carli e Invitalia, ha l’obiettivo non solo di ricerca e di analisi, ma anche di revitalizzare il sistema produttivo, formare manager, imprenditori, rafforzare la Pa. «Per noi vuol dire possibilità di sviluppo e di progetto per le imprese. Dare la possibilità ai giovani che si sono internazionalizzati di tornare nei territori d’origine, verso realtà imprenditoriali del Sud», ha spiegato il rettore della Luiss, Paola Severino. Parte integrante del master sono tre laboratori sperimentali sul Mezzogiorno, alcuni seminari di approfondimento. È prevista anche la creazione di un Advisory board, che ieri si è già riunito, individuando alcuni temi, come ha detto il coordinatore Alessandro Laterza: potenziale della rigenerazione urbana come fattore di sviluppo, azioni di rottura che possano dare l’idea che si possa vincere, puntare a un’economia dei servizi che non sia solo turismo e infrastrutture.
Ne hanno dibattuto ieri pomeriggio Giuliano Amato, Jean-Paul Fitoussi, Daniel Gros e Romano Prodi, che sono tra i membri dell’Advisory board. «Siamo il secondo paese industriale della Ue, dopo la Germania, nonostante le criticità che abbiamo. Ciò vuol dire che abbiamo un tessuto imprenditoriale forte», ha osservato Boccia, convinto che la questione meridionale debba essere una questione nazionale. «Bisogna puntare a un’industria ad alto valore aggiunto, alta intensità di investimenti, alta produttività. In un paese competitivo», ha continuato il presidente di Confindustria. In questo contesto la Marcegaglia ha sottolineato il ruolo di un’università come la Luiss, «essenziale per dare un contributo ad uscire dalla rassegnazione sul futuro del Sud e far fare un passo avanti forte al paese».
LE IMPRESE Boccia: una sola politica economica per l’intero paese Marcegaglia: bisogna partire dai casi di successo, rafforzarli e replicarli