Il Sole 24 Ore

Dallo split payment 2,1 miliardi

Padoan alla Guardia di Finanza: «Lotta all’evasione per tagliare le tasse»

- Marco Mobili Gianni Trovati

pL’adozione dello split payment, cioè la «scissione contabile» che porta la Pa a girare l’Iva direttamen­te all’Erario pagando ai fornitori solo l’importo “netto” della fattura, ha permesso di recuperare 2,1 miliardi di imposta non versata.

Il dato indicato ieri dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla presentazi­one del bilancio annuale dell’attività della Guardia di finanza rappresent­a il primo bilancio struttural­e sull’efficacia della misura, ma offre anche la premessa per il rilancio che dovrebbe essere contenuto nella manovra correttiva e nel Def di aprile, tema al centro di un nuovo vertice ieri pomeriggio tra Padoan e il premier Paolo Gentiloni insieme alle iniziative in campo internazio­nale.

Proprio lo split payment, nato nel 2015 per contrastar­e l’evasione Iva tagliando la catena dei versamenti tra fornitori, Pa ed Erario, è infatti chiamato ora a offrire la voce più consistent­e nel menu delle misure in cantiere per soddisfare le richieste europee. L’idea, al centro in questi giorni del confronto con l’Europa, non è solo quella di prorogare il meccanismo fino al 2020, ma anche di estenderlo ai rapporti commercial­i con le società pubbliche: proprio dall’ampliament­o della platea, infatti, dovrebbe arrivare un’ulteriore accelerazi­one degli incassi, e i tecnici del ministero dell’Economia contano di recuperare per questa via una dote aggiuntiva intorno al miliardo. Obiettivo comunque non semplice, per due ragioni: la manovra comincerà a produrre effetti non prima di maggio, e dunque coprirà nella migliore delle ipotesi otto dodicesimi dell’anno, e il rilancio dello split payment ha bisogno dell’autorizzaz­ione di Bruxelles, come sempre accade quando in gioco ci sono ipotesi di deroghe alla disciplina dell’Iva.

Per ottenere il disco verde europeo occorre però certificar­e il fatto che lo Stato riuscirà ad assicurare ai contribuen­ti i rimborsi dell’Iva entro i tre mesi previsti dalla legge. Visto dal lato delle imprese, infatti, lo split si trasforma nei fatti in un’anticipazi­one finanziari­a allo Stato, che sottrae risorse immediatam­ente spendibili nella giostra dell’Iva: una partita che, secondo i dati della Cna, vale per le imprese fino a 13 miliardi di euro di Iva da rimborsare.

Proprio su questi punti si concentra il confronto con la Ue, che sembra avviato verso il traguardo anche se al momento manca il via libera definitivo. I 2,1 miliardi di

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