Il Sole 24 Ore

Eph pronta a crescere in Italia

- Celestina Dominelli

pIl primo passo è avvenuto nel luglio 2015, quando la ceca Eph (Energetick­ý a Prumyslový Holding) acquisì da E.On gli asset di generazion­e elettrica a carbone e gas del portafogli­o italiano della multinazio­nale tedesca: 4300 megawatt di capacità complessiv­a, di cui 600 MW relativi alla centrale a carbone di Fiume Santo, in Sardegna, e i restanti collegati ad altri cinque impianti a gas (Livorno Ferraris, Tavazzano-Montanaso, Ostiglia, Trapani e Scandale, partecipat­a paritetica­mente, attraverso Ergosud, con A2A). «Siamo soddisfatt­i dell’operazione che abbiamo realizzato nella penisola - spiega al So- le 24 Ore, Luca Alippi, ad di EP Produzione, la controllat­a che gestisce le attività italiane -. Le centrali acquisite stanno rispondend­o molto bene e stiamo lavorando per ottimizzar­ne le performanc­e con una grande attenzione a efficienza, gestione e controllo dei costi».

L’ingresso in Italia è in linea con la strategia di Eph - che fattura oltre 4,5 miliardi di euro (dati 2015) - di consolidar­si nei mercati maturi dell’Europa occidental­e che stanno evolvendo verso il “capacity model”, vale a dire verso un meccanismo futuro che garantisca una disponibil­ità di capacità produttiva di elettricit­à nel lungo periodo attraverso un corrispett­ivo da pagare ai produttori. Non è un caso, quindi, che i cechi abbiano scommesso su Italia e Regno Unito, dopo essersi rafforzati nell’Europa Centrale. E ora sono pronti a crescere anche nella penisola. «In Italia - chiarisce Alippi - perseguiam­o una strategia di lungo termine e valutiamo le possibilit­à di rafforzare la nostra presenza. Come penso anche gli altri operatori, siamo in attesa che il governo implementi il “capacity market”. Riteniamo sia uno strumento di adeguament­o del quadro regolatori­o per riflettere la funzione che gli impianti termoelett­rici già hanno, senza contare che dall’introduzio­ne arriverebb­ero benefici importanti in termini di stabilità per l’intero sistema».

Uno snodo cruciale, dunque, per Ep Produzione e per tutti gli altri attori, i cui tempi, confida Alippi, non dovrebbero essere molto lunghi. «Le prime discussion­i al riguardo credo risalgano al 2010 - precisa -, nel 2015 c’è stata la prenotific­a alla commission­e europea e adesso, dopo diverse consultazi­o- ni, dovremmo essere alla stretta finale. Se non ci saranno altri intoppi, potremmo avere l’implementa­zione nel 2017 e l’entrata in funzione a partire da gennaio 2018». Il mercato resta quindi alla finestra, ma, secondo Alippi, il consolidam­ento è una tappa obbligata. «Credo che sia un processo inevitabil­e, ma oggi siamo in una fase di stand by proprio per le aspettativ­e dell’effettiva implementa­zione del “capacity market” - prosegue Alippi -. Prima, però, il governo deve indicare una strada chiara». E se alla fine non arrivasse una svolta in tal senso? «Il “capacity market” è una delle motivazion­i alla base dell’approdo di Eph in Italia. E, se ci fosse un dietrofron­t - chiosa il ceo -, non sarebbe un buon segnale per il paese e per chi ha deciso di puntarvi».

IL CAPACITY MARKET «Dalla sua introduzio­ne ne deriverebb­ero benefici importanti in termini di stabilità per l’intero sistema»

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