Stefana, Fim-Fiom chiedono garanzie
Riaprire il confronto su più punti, a partire dal coinvolgimento delle società interessate e di Federacciai, oltre che sul piano occupazionale e produttivo, mentre per gli ammortizzatori si punta a verificare ogni soluzione. Sono le richieste della Fiom al tavolo Stefana, al Mise. La società in concordato nel 2016 ha ceduto le unità di Ospitaletto, di Montirone e di Nave -via Brescia. «Nei mesi scorsi - si legge in una nota Fim - sembrava potesse concretizzarsi anche la vendita di Navevia Bologna, anche a fronte dell’interesse manifestato da Beltrame e da Duferco, che però al momento non hanno avuto esito positivo». L’8 marzo è stata avviata la procedura di licenziamento per 141 lavoratori: Fim chiede che venga ritirata o sospesa, e che vengano ricercate misura di sostegno e di integrazione salariale.
qualche sigla, come gli autonomi della Fabi, con slancio ha invitato a riprendere il dialogo - che non è la trattativa - sul contratto collettivo nazionale dei bancari e qualche altra, come la Uilca, frena e chiede che le energie vengano impiegate prima per chiudere una serie di partite ancora aperte - dal contratto delle Bcc fino ai cantieri previsti dal precedente rinnovo -, in attesa di vedere quando Abi e i sindacati torneranno a incontrarsi, una cosa certa c’è: i convitati al tavolo negoziale per il rinnovo del contratto dei bancari si restringono e da 7 (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Unisin, Ugl credito e Sinfub), diventeranno 5 perché Ugl e Sinfub non raggiungono la soglia del 5%. L’ultimo accordo, quello siglato il 31 marzo del 2015, ha messo il punto finale anche sul tema della rappresentanza e nel testo all’articolo 6, quello sugli assetti contrattuali, a proposito del primo livello, è stato messo nero su bianco che “a far tempo dalla fase di rinnovo del presente ccnl ... saranno ammesse alla contrattazione collettiva nazionale, ad ogni conseguente effetto, solo le organizzazioni sindacali firmatarie del presente ccnl che abbiano una rappresentatività supe-