La svolta green della conceria
a La grande svolta green è cominciata quindici anni fa, sotto la pressione delle principali maison di moda che, attente a non macchiare la loro reputazione, chiedevano una filiera socialmente ed ecologicamente virtuosa, a partire dall’approvvigionamento della materia prima. Oggi l’industria conciaria italiana, decima al mondo per valore della produzione, ha centrato l’obiettivo di diminuire i consumi idrici del 17,6%, quelli energetici del 19,4%. Un risultato raggiunto con un aumento degli investimenti in sostenibilità che secondo Unic - l’associazione di categoria del settore - li portati nel corso degli anni a una quota di 250 milioni, vale a dire il 5% del volume d’affari, pari a 5 miliardi. «Abbiamo trasformato la sostenibilità – dice il presidente di Unic Gianni Rosso – in un fattore vincente della nostra cultura industriale, sia nei confronti dei clienti sia nei confronti del territorio». Questo nonostante gli ostacoli disseminati dagli ingranaggi burocratici e da una moltiplicazione di leggi, regolamenti e direttive, sia a livello nazionale che locale: dal 1970 in poi le normative in materia emanate in Italia sono salite a 25mila. «Una proliferazione – prosegue Rossi - che ha creato spesso situazioni confuse dalle quali anche adesso riusciamo a districarci con mille difficoltà». Nonostante una legislazione sempre più complessa la spinta dei grandi gruppi internazionali ha fatto dell’industria conciaria, concentrata prevalentemente in Veneto, Toscana, Campania e Lombardia, una eccellenza capace di archiviare definitivamente anche la nomea di settore ad alto impatto ambientale. Nomea ingiusta, aggiunge Rossi, «perché in realtà siamo da sempre molto controllati». Cosa che ha contribuito, anche nelle fasi più difficili della crisi economica, a tenere alta nel mondo l’immagine della massima qualità delle pelli italiane. Dopo aver investito in interventi per la depurazione delle acque, per lo smaltimento dei fanghi e il recupero dei sottoprodotti, le aziende del settore continuano a puntare sull’innovazione tecnologica per ridurre l’impatto ambientale. Molte si stanno dotando di impianti di cogenerazione ed eliminano sempre di più dal ciclo produttivo le sostanze chimiche che possono essere nocive per l’ambiente e per la salute.