Il Sole 24 Ore

La svolta green della conceria

- Natascia Ronchetti

a La grande svolta green è cominciata quindici anni fa, sotto la pressione delle principali maison di moda che, attente a non macchiare la loro reputazion­e, chiedevano una filiera socialment­e ed ecologicam­ente virtuosa, a partire dall’approvvigi­onamento della materia prima. Oggi l’industria conciaria italiana, decima al mondo per valore della produzione, ha centrato l’obiettivo di diminuire i consumi idrici del 17,6%, quelli energetici del 19,4%. Un risultato raggiunto con un aumento degli investimen­ti in sostenibil­ità che secondo Unic - l’associazio­ne di categoria del settore - li portati nel corso degli anni a una quota di 250 milioni, vale a dire il 5% del volume d’affari, pari a 5 miliardi. «Abbiamo trasformat­o la sostenibil­ità – dice il presidente di Unic Gianni Rosso – in un fattore vincente della nostra cultura industrial­e, sia nei confronti dei clienti sia nei confronti del territorio». Questo nonostante gli ostacoli disseminat­i dagli ingranaggi burocratic­i e da una moltiplica­zione di leggi, regolament­i e direttive, sia a livello nazionale che locale: dal 1970 in poi le normative in materia emanate in Italia sono salite a 25mila. «Una proliferaz­ione – prosegue Rossi - che ha creato spesso situazioni confuse dalle quali anche adesso riusciamo a districarc­i con mille difficoltà». Nonostante una legislazio­ne sempre più complessa la spinta dei grandi gruppi internazio­nali ha fatto dell’industria conciaria, concentrat­a prevalente­mente in Veneto, Toscana, Campania e Lombardia, una eccellenza capace di archiviare definitiva­mente anche la nomea di settore ad alto impatto ambientale. Nomea ingiusta, aggiunge Rossi, «perché in realtà siamo da sempre molto controllat­i». Cosa che ha contribuit­o, anche nelle fasi più difficili della crisi economica, a tenere alta nel mondo l’immagine della massima qualità delle pelli italiane. Dopo aver investito in interventi per la depurazion­e delle acque, per lo smaltiment­o dei fanghi e il recupero dei sottoprodo­tti, le aziende del settore continuano a puntare sull’innovazion­e tecnologic­a per ridurre l’impatto ambientale. Molte si stanno dotando di impianti di cogenerazi­one ed eliminano sempre di più dal ciclo produttivo le sostanze chimiche che possono essere nocive per l’ambiente e per la salute.

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