Il Sole 24 Ore

Enpam, un miliardo sulla «Corporate Italia»

Dall’ente dei medici mandato a Eurizon sul 3% del patr imonio: agirà come investitor­e istituzion­ale

- Marco Ferrando

pSi partiva da Enel, con una quota vicina allo 0,3% costruita ai tempi di Enel Green Power. Ora si è aggiunta Eni, di cui Enpam nei giorni scorsi è diventato azionista allo 0,5%, per un investimen­to intorno ai 250 milioni. Sono i due primi passi da investitor­e istituzion­ale compiuti dall’ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici; ne seguiranno presto altri: la fondazione infatti ha assegnato a Eurizon (gruppo Intesa Sanpaolo) un mandato di gestione per la costituzio­ne di fondo azionario Italia fino a 600 milioni, a cui se ne affianca uno obbligazio­nario con una disponibil­ità fino a 400.

La cifra totale corrispond­e al 5% del patrimonio dell’ente, oggi intorno ai 20 miliardi. Più o meno la stessa somma che negli anni passati Enpam ha dirottato sui mission related investment­s propriamen­te detti, dalla ricerca alla sanità territoria­le. Ora, sempre nell’ambito della diver- sificazion­e del patrimonio, «abbiamo ritenuto opportuno allargare il nostro impegno a sostegno del mercato azionario e obbligazio­nario italiano, con particolar­e riferiment­o alle realtà che possono incidere maggiormen­te sullo sviluppo del contesto in cui operano i nostri iscritti», spiega il presidente di Enpam, Alberto Oliveti.

Di qui, appunto, la scelta di Eni ed Enel, ma la fondazione sta valutando altre opportunit­à «sul fronte dei trasporti, delle infrastrut­ture, e ancora dell’energia». In generale, l’obiettivo è quello di «salvaguard­are le radici» del sistema produttivo italiano, con un occhio ai ritorni e un altro alle ricadute delle scelte portate avanti dalle societàtar­get. Difficile, in quest’ottica, immaginare interventi sulle banche o sui non performing loans, dopo il “gran rifiuto” - per ragioni formali prima ancora che sostanzial­i - ad Atlante 2 nella primavera scorsa, di cui ovviamente non ci si è pentiti, visti gli sviluppi. Nello specifico, la disponibil­ità complessiv­a è fino a un miliardo, per il 60% sull’azionario con il mandato a Eurizon e per l’altro 40% sull’obbligazio­nario: nelle quote in Enel ed Eni sono impegnati circa 400 milioni, dunque ne restano 200 per l’azionario e altri 400 sull’obbligazio­nario, su cui la situazione di mercato è incerta e dunque «ci vorrà un po’ di tempo» per decidere come muoversi. Definita, invece, è la condotta che Enpam intende seguire nella governance delle società di cui è o sarà socio: «Saremo un azionista attivo», dice Oliveti. Tradotto, in assemblea «vote- remo in modo consapevol­e e informato», spiega, ma non si escludono iniziative o comunque prese di posizione al momento dei rinnovi degli organi.

Le agevolazio­ni dei Pir

Tornando alla doppia operazione, si tratta di un investimen­to conforme alle recenti norme sui Pir, i piani individual­i di risparmio: Enpam, dunque, beneficerà degli stessi benefici fiscali garantiti ai risparmiat­ori che aderiscono ai Pir.

Nei fatti, la cassa dei medici è il primo (aspirante) investitor­e stituziona­le a muoversi in ambito Pir, ma potrebbe non essere l’unico: al mondo delle 19 casse previdenzi­ali aderenti all’Adepp, di cui lo stesso Oliveti è presidente, fa capo un patrimonio di 75 miliardi, a cui poi potenzialm­ente si potrebbe aggiungere quello dei fondi. In totale, sul mercato gli operatori stimano che lo strumento dei Pir possa canalizzar­e risorse per 16 miliardi nell’arco dei prossimi 5 anni: di questa cifra, 10 miliardi sono attesi in arrivo dai risparmiat­ori, altri 6 dai fondi, stimando un impiego medio del 3% (il tetto massimo è il 5%) del patrimonio.

Gli altri investimen­ti

I BENEFICI E LA CONDOTTA L’operazione rispetta i requisti per i benefici fiscali riservati ai Pir L’ente intende vestire i panni dell’azionista attivo

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