Il Sole 24 Ore

Il Tfr si recupera dall’Inps con le istruzioni del 2007

In caso di versamenti indebiti

- Barbara Massara

pPer il recupero del contributo Tfr indebitame­nte versato al Fondo di tesoreria, le aziende dovranno seguire la procedura prevista in un messaggio di dieci anni fa (il numero 17959/2007). Lo rende noto la direzione centrale entrate dell’istituto di previdenza in risposta al problema evidenziat­o dal Sole 24 Ore (si veda l’articolo del 15 marzo).

La situazione

La questione riguarda i datori di lavoro con meno di 50 dipendenti che per errore hanno versato il Tfr degli addetti al Fondo e che attendevan­o un riscontro ufficiale da parte dell’Inps prima di procedere con le operazioni di conguaglio, cioè prima di recuperare gli importi indebitame­nte versati.

La complessit­à delle procedure utilizzate (e quindi del flusso uniemens) fanno sì che le aziende oggi non sono solite avventurar­si in operazioni di conguaglio a credito cosi rilevanti (quasi 10 anni di versamenti non dovuti dal 2007 a ottobre 2016), se prima non sono autorizzat­e per iscritto dall’istituto, che conferma la correttezz­a della procedura che le stesse intendono utilizzare.

Il dubbio

L’atteggiame­nto prudenzial­e è finalizzat­o a evitare il rischio di creare caos all’interno delle posizioni contributi­ve aziendali, e quindi degenerare nell’irregolari­tà contributi­va, con conseguent­e blocco dell’ordinaria attività.

Se alcune sedi territoria­li Inps attraverso i cassetti previdenzi­ali hanno confermato la correttezz­a della procedura, altre hanno invece omesso di rispondere alle richieste di aziende e consulenti, mentre altre ancora presso le quali i datori di lavoro si sono recati hanno rinviato la risposta a una presunta futura indicazion­e da parte del ministero del Lavoro.

Le indicazion­i

Si attendeva pertanto una risposta ufficiale dell’istituto, in quanto la situazione che lo stesso, le aziende e i consulenti si trovano a gestire da mesi ha natura straordina­ria, non trattandos­i di un mero versamento in eccesso di un Tfr che invece che al Fondo di tesoreria doveva essere versato al fondo di previdenza complement­are, ma di un versamento indebito fin dall’origine e cioè da quasi 10 anni.

Il dubbio, stante anche il silenzio di alcune sedi, era che l’Inps preferisse utilizzare procedure diverse da quelle classiche indicate nel messaggio 17959/2007.

La procedura

Invece, sulla base dell’indicazion­e ricevuta dall’istituto, le aziende dovrebbero poter procedere serenament­e al recupero dei contributi Tfr non dovuti, esponendo tale importo nella denuncia aziendale, nell’elemento “AziendaTfr”, “RecuperoTf­r” utilizzand­o l’apposito codice causale RF01, che indica proprio il recupero del contributo versato in eccedenza al Fondo di tesoreria.

L’altro conguaglio da effettuare, questa volta a debito, consiste nella restituzio­ne all’istituto delle misure compensati­ve indebitame­nte fruite per lo smobilizzo del Tfr, da versare con i relativi codici M120 e M123, rispettiva­mente previsti nella circolare 136/2007 e nel messaggio 5859/2008.

L’ulteriore modifica da effettuare, che però non ha valenza contributi­va, ma è solo funzionale a sistemare la posizione individual­e previdenzi­ale del dipendente, interessa la denuncia individual­e del lavoratore.

A tale fine, all’interno dell’elemento “MeseTesore­ria”, “Prestazion­e”, si dovrà esporre l’importo del Tfr recuperato per il singolo lavoratore in corrispond­enza dello specifico elemento “RecuperoCo­ntribuzion­e”, con il quale si identica il conguaglio negativo effettuato.

LE INDICAZION­I L’Inps ha precisato che le indicazion­i contenute nel messaggio 17959/2007 sono valide, anche se il conguaglio riguarda più anni

Il problema

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