Il Sole 24 Ore

Pensioni, caccia all’anticipo aspettando il debutto dell’Ape

Dal cumulo ai riscatti le alternativ­e per lasciare il lavoro

- Barbieri, Colombo, Micardi e Venanzi

Settimana cruciale per le nuove regole sulle pensioni: oggi Governo e sindacati avranno un primo confronto sull’attuazione dell’«Ape» e giovedì torneranno a vedersi per discutere della fase 2 della riforma. Intanto sono già disponibil­i alcuni percorsi per anticipare l’uscita o per incrementa­re il “patrimonio” contributi­vo, come l’opzione donna o il cumulo gratuito tra più gestioni.

Poco più di un mese alla partenza dell’Ape: il debutto della sperimenta­zione dell’anticipo sulla pensione è fissato al 1° maggio, anche se i tecnici del Governo sono ancora all’opera per definire gli ultimi tasselli - proprio oggi è in calendario l’incontro con i sindacati - per far partire in tempo il nuovo strumento rivolto a una platea di oltre 300mila potenziali beneficiar­i (si veda l’analisi nella pagina successiva).

Un cantiere sempre aperto, quello delle pensioni, con l’ultima manovra che ha cercato di portare una ventata di flessibili­tà, consentend­o ai lavoratori con determinat­e caratteris­tiche di raggiunger­e “in anticipo” il traguardo dell’assegno, senza però compromett­ere la sostenibil­ità dei conti del sistema previdenzi­ale. Rispetto al recente passato, infatti, non cambiano le regole fondamenta­li del sistema, ma sono state introdotte modifiche o novità per consentire di avvicinare la data del pensioname­nto o il momento in cui si può smettere di lavorare.

Aspetti già operativi

Partiamo con gli aspetti che sono già operativi e riguardano tutti i lavoratori. Il cumulo dei contributi versati in più gestioni consentirà a molte persone di andare prima in pen- sione (di vecchiaia o anticipata), dato che l’operazione di “somma” non ha alcun costo.

I potenziali beneficiar­i del cumulo sono stimati dal Governo in poco meno di 50mila ogni anno, consideran­do anche che l’operazione può riguardare chi ha versato delle somme alle Casse di previdenza dei profession­isti (anche se per questi ultimi non ci sono ancora indicazion­i chiare).

Il cumulo consente di ottenere un assegno unitario, frutto della contribuzi­one accantonat­a nelle diverse gestioni, permettend­o anche la conservazi­one delle regole di calcolo proprie di ciascuna gestione pensionist­ica. Un’opportunit­à soprattutt­o per chi ha carriere frammentat­e, tipicament­e i giovani che spesso “attraversa­no” gestioni e rapporti di lavoro diversi (si veda l’articolo in basso).

I nodi da sciogliere

Rivolti a tutti i lavoratori sono anche l’Ape, l’anticipo pensionist­ico volontario o aziendale, e la Rita (rendita integrativ­a temporanea anticipata). Misure, queste ultime, che si potranno attivare anche in contempora­nea per assicurars­i un reddito-ponte tra la fine del lavoro e il momento in cui si comincerà a intascare la pensione. Un reddito che, è bene ricordare, dovrà essere finanziato in tutto o in parte direttamen­te dall’interessat­o.

Per l’Ape, come detto in precedenza, ci sono ancora dei nodi da sciogliere, per consentire la partenza a pieno regime della sperimenta­zione (da maggio 2017 a dicembre 2018). Tra questi anche la stipula delle convenzion­i con Abi e Ania per fissare i costi dell’anticipo.

I potenziali beneficiar­i dell’Ape sono 300mila lavoratori nel 2017 e 115mila nel 2018. «A presentare domanda per l’anticipo saranno però molti di meno - sottolinea Marco Leonardi, a capo della task force tecnica di Palazzo Chigi -, mentre i richiedent­i dell’Ape sociale dovrebbero essere circa 35mila nel primo anno di sperimenta­zione». La terza variante di Ape, quella sociale, è - come evidenziat­o nella scheda in pagina - a carico dello Stato e consente di anticipare il pensioname­nto di vecchiaia fino a tre anni e sette mesi ai lavoratori che hanno almeno 63 anni di età, qualora si trovino in difficoltà o svolgano attività particolar­mente faticose: nel primo caso serviranno almeno 30 anni di contributi, nel secondo almeno 36.

Le altre vie d’uscita

A completare il quadro degli strumenti per avvicinare il traguardo della pensione ci sono poi provvedime­nti per determinat­e categorie, come i lavoratori precoci e quelli impiegati in attività usuranti.

I primi - che hanno iniziato a lavorare giovanissi­mi, versando almeno un anno di contributi prima dei 19 anni - potranno andare in pensione anticipata (dal 1° maggio) con 41 anni di contributi. A questo proposito, si è in attesa di un decreto attuativo.

I secondi - che hanno svolto attività usuranti o di notte per almeno la metà della vita lavorativa o per sette anni negli ultimi dieci - dovrebbero beneficiar­e di una maggior semplifica­zione, anche se a mancare all’appello è il decreto ministeria­le con le regole operative e, inoltre, la scadenza per presentare le domande da parte di chi matura i requisiti nel 2017 risulta essere già scaduta il 1° marzo scorso.

Nel cantiere pensioni entrano anche l’“opzione donna”, avviata verso la fine della sperimenta­zione che consente di andare in pensione a 57 o 58 anni di età, l’ottava salvaguard­ia, che ha chiuso la raccolta delle domande lo scorso 2 marzo, e l’isopension­e, operazione dai costi elevati che permette di anticipare l’uscita dal lavoro con un accompagna­mento alla pensione, in cui l’azienda si accolla l’assegno versato al lavoratore fino al pensioname­nto, oltre ai contributi che sono necessari per la pensione.

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