Il Sole 24 Ore

Le chance per aumentare il patrimonio contributi­vo

- Orlando

Chi è ancora lontano dall’età pensionabi­le e quindi men0 interessat­o alle misure di flessibili­tà in uscita riservate ai meno giovani, può mettere a frutto altre novità introdotte dalla legge di Bilancio: la possibilit­à di riscattare gli anni di laurea, unita alla facoltà di cumulare gratuitame­nte i versamenti dispersi in più gestioni offre ora un percorso più convenient­e per mettere da parte un “patrimonio” di contributi che potrà rivelarsi molto utile negli anni a venire.

Per i giovani che si interrogan­o a proposito dell’impatto del proprio percorso lavorativo sulla futura pensione, il 2017 sembra rivelarsi un anno positivo.

In prima battuta grazie al cumulo dei contributi, la cui formula è stata rinnovata dalla legge di Bilancio per il 2017 (legge 232/2016) che ha completame­nte ridisegnat­o il meccanismo introdotto dalla legge di Stabilità del 2013 (legge 228/2012).

Questa norma risponde alla pressante esigenza di non penalizzar­e chi, per esigenze diverse, si ritrova a colleziona­re nella propria carriera più forme di lavoro e, conseguent­emente, di contribuzi­one.

La platea di interessat­i è vasta e spazia dai lavoratori dipendenti alle partita Iva, dagli i mpiegati del settore pubblico agli imprendito­ri, passando anche per i lavoratori pagati con i voucher ora in via di abolizione, fino ad arrivare a chi siede in un consiglio di amministra­zione o guadagna l’accesso a una Cassa profession­ale come iscritto a un Albo.

Fino al 2016 mettere in comunicazi­one i diversi spezzoni di carriera contributi­va risultava quasi sempre oneroso (con il meccanismo del- la ricongiunz­ione delle leggi 29/1979 e 45/1990) oppure costringev­a ad adottare metodi di calcolo pensionist­ici meno favorevoli (come nel caso della totalizzaz­ione contributi­va, ai sensi del decreto legislativ­o 42/2006).

Cumulo e riscatto laurea

Il nuovo cumulo, invece, in via del tutto gratuita consente a chi ha sperimenta­to forme diverse di lavoro di assicurars­i un’unica pensione (non solo di vecchiaia o invalidità, ma anche di anzianità contributi­va) e senza alcuna penalizzaz­ione economica (ogni ente pensionist­ico liquiderà il proprio segmento secondo il metodo in uso pro quota).

Per anticipare l’accesso alla pensione gioca inoltre un ruolo positivo il riscatto della durata legale del corso di laurea ai sensi del decreto legislativ­o 184/1997; l’operazione comporta il pagamento di un onere di riscatto, dilazionab­ile in 120 rate mensili senza applicazio­ne di interessi e con il beneficio della completa deducibili­tà fiscale di quanto pagato annualment­e.

Dal momento che il costo del riscatto è legato anche alla retribuzio­ne percepita al momento della richiesta, un ulteriore risparmio sarà rag- giunto da chi attiverà l’opzione prima di avere intrapreso una qualsiasi attività lavorativa (quindi in status di inoccupazi­one): il costo del riscatto sarà pari a poco più di 5.100 euro per ogni anno di studio, anche se, durante il pagamento delle rate, il richiedent­e avvierà un’attività lavorativa.

Visto l’incremento dei requisiti pensionist­ici a opera dell’adeguament­o alla speranza di vita, un aumento di quattro o cinque anni della posizione contributi­va continua dunque a essere un buon investimen­to a lungo termine.

Va poi considerat­o che, ai livelli più alti di avanzament­o della carriera, per chi avrà iniziato a versare contributi dopo il 1995 senza riscattare periodi pregressi, le gestioni Inps pongono un massimale di base contributi­va di 100.324 euro, comportand­o nella futura pensione un tasso di sostituzio­ne più basso rispetto alle ultime retribuzio­ni percepite.

Secondo pilastro

Rimane quindi sempre più consigliab­ile formare un secondo polo di risparmio previdenzi­ale grazie alle agevolazio­ni fiscali previste per chi investe in previdenza complement­are: per i contribuen­ti con anzianità contributi­va elevate, le prestazion­i che saranno erogate dai fondi di previdenza sconterann­o infatti una tassazione so- stitutiva che arriva fino al 9 per cento.

Chance dalla detassazio­ne

Tra le novità introdotte dalla manovra per il 2017, si deve infine ricordare che i dipendenti che sceglieran­no di convertire i propri premi di produttivi­tà in contributi destinati ai fondi di previdenza complement­are, usufruiran­no di una totale esenzione fiscale che si allargherà anche oltre la soglia di 5.164 euro annui. Senza contare che il beneficio continuerà a essere mantenuto anche al momento del godimento delle prestazion­i erogate dai relativi fondi che rimarranno esenti nella quota connessa ai contributi “convertiti”, costituend­o una forma a lungo raggio di welfare aziendale.

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