Il Sole 24 Ore

Petrolio, prezzi deboli con le scorte americane salite a livelli record

Tagli Opec meno efficaci con la maggior offerta di Usa e Libia Tra ampie oscillazio­ni il Brent tocca i minimi da novembre

- Balduino Ceppetelli

pIl attesa. Le scorte di distillati, che includono il combustibi­le da riscaldame­nto, sono scese di 1,91 milioni di unità a 155,393 milioni di barili, dopo il ribasso di 4,229 milioni di barili della settimana precedente e il rallentame­nto di 1,7 milioni di unità previsto. L’utilizzo della capacità degli impianti è salito dall’85,1% all’87,4% (anche questo dato è superiore alle attese). A catalizzar­e l’attenzione però è stato l’aumento delle scorte di greggio, «favorito - ha commentato ieri Abhishek Kumar, senior analist all’Interfax di Londra - da un accelerazi­one dell’import dal Ca- nada e dal graduale aumento delle estrazioni Usa». Da notare come grazie alla maggior produzione di shale oil, l’output statuniten­se viaggia ormai al ritmo di 9,1 milioni di barili al giorno (mbg), contro una media 2016 di 8,9 mbg.

Da notare anche sui mercati internazio­nali comincia a sentirsi anche il ritorno del greggio libico. Con il lento migliorare della pur sempre grave situazione nel paese dilaniato dalla guerra, la produzione di petrolio è salita in febbraio a circa 700mila bg, contro i 260mila bg di agosto (restano comunque lontani i picchi di 1,6 mbg del 2011). E l’obiettivo - secondo la compagnia statale National oil corp, è salire fino a quota 1,1 entro il prossimo agosto.

Tutto questo sta quindi rendendo meno efficace l’accordo Opec (appoggiato da un gruppo di Paesi produttori esterno al cartello, tra cui la Russia) raggiunto in 30 novembre scorso per ridurre l’offerta del cartello di 1,8 mbg nel primo semestre del 2017. Da ricordare che non tutti i Paesi firmatari dell’accordo stanno riuscendo a mantenere gli impegni presi.

Per i prossimi mesi tuttavia non è escluso un recupero dei prezzi, che secondo Saxo Bank, potrebbero tornare a 60 dollari al barile nell’ultimo trimestre nel caso l’Opec decida di estendere i tagli produttivi fino alla fine dell’anno.

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