Dal Fisco le prime 30mila lettere ai contribuenti con dati sospetti
In partenza 28.440 alert sulle anomalie r iferite al 2014 r ilevate tra l’incrocio dei dati delle dichiarazioni con quelli dello spesometro Al via da aprile 18.500 controlli in sinergia con la GdF sulle mancate risposte agli inviti del 2016
L’Iva si conferma al centro della strategia antievasione. Anche la compliance targata 2017 mette nel mirino le anomalie relative all’imposta sul valore aggiunto. A testimonianza che le indicazioni emerse nella commissione riunita dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, mercoledì scorso vengono subito tradotte in pratica. O meglio, in provvedimenti. Come quello firmato ieri dal direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, che inaugura la stagione delle lettere di quest’anno ma allo stesso tempo fa partire in parallelo i controlli per chi non si è adeguato agli inviti ricevuti nel recente passato.
Ma procediamo con ordine. La prima tranche costituita da quasi 30mila alert (sono 28.440 per l’esattezza) riguarderà le anomalie emerse dall’incrocio dei dati indicati al Fisco con quelli risultanti dallo spesometro. Fari punati sulle operazioni attive - e quindi su cessioni di beni e prestazioni di servizi - effettuate nel corso del 2014. La spia rossa si accende in presenza di incongruenze tra ricavi o compensi dichiarati rispetto alle informazioni segnalate con lo spesometro dai clienti. Quindi si tratta di fenomeni disotto dichiarazione rispetto a quanto effettivamente venduto o fornito. Destinatari di questa tornata di lettere saranno dunque solo i tito-
lari di partita Iva, quindi imprese e professionisti per le operazioni svolte nella propria attività. Le comunicazioni viaggeranno attraverso il canale della posta elettronica certificata (Pec). Dopo di che i destinatari potranno consultare maggiori dettagli sulla proporia posizione all’interno del proprio «Cassetto fiscale» in cui saranno contenute le informazioni utilizzate dalle Entrate e che determinano l’anomalia. Naturalmente chi ritiene di essere in regola potrà fornire spiegazioni e giustificazioni sia iniziando a contattare i numeri di telefono messi a disposizione dall’Agenzia (848.800.444 da telefono fisso o 06.96668907 da cellulare) sia attraverso professionisti o intermediari abilitati alla trasmissione delle dichiarazioni. Per quanti invece volessero regolarizzare la propria situazione - come ricordato ieri dall’Agenzia - c’è la chance del ravvedimento operoso che offre la possibilità di accedere a uno sconto sulle sanzioni parametrato alla rapidità con cui si effettuano le correzioni.
L’immobilismo non sarà privo di effetti. Il secondo “pilastro” dell’operazione compliance sull’Iva riguarda il piano di controlli su chi non si è in alcun modo mosso dopo aver ricevuto le lettere relative allo spesometro del 2013. Sono circa 18.500 i riscontri programmati a partire da aprile. Un’attività che vedrà lavorare in stretta sinergia l’Agenzia con la Guardia di Finanza. Una linea emersa chiaramente nel corso della riu- nione della commissione antievasione di mercoledì tanto è vero che il comunicato finale sottolineava questo aspetto proprio nell’ottica «di favorire la specializzazione e la complementarietà, così come la capacità di circoscrivere con crescente accuratezza i contribuenti a rischio evasione ed evitare duplicazioni di accertamenti sugli stessi soggetti».
Naturalmente sull’Iva si gioca una partita molto più ampia. L’obiettivo di ridurre il tax gap di circa 6 miliardi in un biennio passa giocoforza dalla necessità di contrastare i fenomeni evasivi più consistenti e pericolosi, come le frodi carosello. Del resto l’arsenale messo a disposizione dell’amministrazione finanziaria diventa sempre più ampio, considerando la mole di dati che arriveranno dalle comunicazioni trimestrali sulle liquidazioni Iva e da quelle semestrali (per il 2017) sulle fatture emesse e ricevute. È chiaro che la vera sfida diventa quella di saperli utilizzare per arrivare a individuare sempre più in tempo reale i soggetti più a rischio.