Casa Bianca, rischio paralisi
Una disfatta: auguriamoci che Trump abbia capito ieri che la politica non è reality show. Che le sfumature su posizioni ora dei conservatori ora dei moderati del suo partito non si possono gestire con un sì o con un no.
Soprattutto dovrebbe aver preso atto che il motto che lo ha reso celebre, «You are fired», sei licenziato, non funziona: aveva minacciato molti dei suoi compagni di partito di killeraggio, avvertendoli che in caso di ostruzionismo, alle elezioni del 2018 sarebbero rimasti a casa. Molti di loro gli hanno risposto con uno sberleffo: il nuovo progetto di legge sanitaria che doveva rimpiazzare Obamacare semplicemente non andava bene. I moderati temevano di perdere la loro base elettorale per l’eliminazione di servizi sanitari importanti. I conservatori erano certi che il nuovo progetto di Trump sarebbe costato troppo e avrebbe lasciato in piedi servizi che andavano invece aboliti.
Il danno politico è enorme. Né Paul Ryan, il presidente della Camera, né Trump sono riusciti a riunire il partito lasciando un vuoto di leadership. Peggio, hanno fallito pur essendo in controllo della maggioranza in Parlamento e della Casa Bianca. E hanno mostrato il peggiore dei comportamenti di cui un partito può rendersi colpevole a Washington, quello di girare a vuoto, di far prevalere l’interesse politico dell’individuo su quello del Paese, anzi del partito. Così non si è mai andati al voto. E dopo aver fallito questo appuntamento che preparavano da sette anni, dopo aver vilipeso Obama e il suo progetto, dopo aver cavalcato una campagna elettorale mirata soprattutto sull’abolizione della legge sanitaria, Trump dovrebbe prendere atto che la leadership politica non si costruisce a forza di ruggiti o di tweet nel cyberspazio. La crisi è reale.
I democratici gongolano. Obama è felice, la sua storica riforma sanitaria resta. Forse si è capito che certi temi sociali restano importanti e sentiti dall’opinione pubblica, si pensa al 2018, elezioni di metà mandato. Forse la presa di posizione pubblica di gestori di ospedali, infermiere, dottori, ospizi, tutti contrari alla proposta repubblicana ha lasciato il segno. Improvvisamente i democratici sono galvanizzati, anche se sanno che non avranno la stessa fortuna quando si voterà per la riforma fiscale. E Trump? Il suo libro, “L’arte dell’affare”, prevede di partire sempre all’attacco. I colpevoli? I politici di professione, mentalmente vecchi, ottusi, incapaci di prendere un rischio. «Che vadano a casa». È la sua tattica di sempre, buttare la colpa sugli altri. Ma non è detto che questa volta l’operazione di ribaltare il tavolo gli riesca.