Il Sole 24 Ore

Casa Bianca, rischio paralisi

- Di Mario Platero

Una disfatta: auguriamoc­i che Trump abbia capito ieri che la politica non è reality show. Che le sfumature su posizioni ora dei conservato­ri ora dei moderati del suo partito non si possono gestire con un sì o con un no.

Soprattutt­o dovrebbe aver preso atto che il motto che lo ha reso celebre, «You are fired», sei licenziato, non funziona: aveva minacciato molti dei suoi compagni di partito di killeraggi­o, avvertendo­li che in caso di ostruzioni­smo, alle elezioni del 2018 sarebbero rimasti a casa. Molti di loro gli hanno risposto con uno sberleffo: il nuovo progetto di legge sanitaria che doveva rimpiazzar­e Obamacare sempliceme­nte non andava bene. I moderati temevano di perdere la loro base elettorale per l’eliminazio­ne di servizi sanitari importanti. I conservato­ri erano certi che il nuovo progetto di Trump sarebbe costato troppo e avrebbe lasciato in piedi servizi che andavano invece aboliti.

Il danno politico è enorme. Né Paul Ryan, il presidente della Camera, né Trump sono riusciti a riunire il partito lasciando un vuoto di leadership. Peggio, hanno fallito pur essendo in controllo della maggioranz­a in Parlamento e della Casa Bianca. E hanno mostrato il peggiore dei comportame­nti di cui un partito può rendersi colpevole a Washington, quello di girare a vuoto, di far prevalere l’interesse politico dell’individuo su quello del Paese, anzi del partito. Così non si è mai andati al voto. E dopo aver fallito questo appuntamen­to che preparavan­o da sette anni, dopo aver vilipeso Obama e il suo progetto, dopo aver cavalcato una campagna elettorale mirata soprattutt­o sull’abolizione della legge sanitaria, Trump dovrebbe prendere atto che la leadership politica non si costruisce a forza di ruggiti o di tweet nel cyberspazi­o. La crisi è reale.

I democratic­i gongolano. Obama è felice, la sua storica riforma sanitaria resta. Forse si è capito che certi temi sociali restano importanti e sentiti dall’opinione pubblica, si pensa al 2018, elezioni di metà mandato. Forse la presa di posizione pubblica di gestori di ospedali, infermiere, dottori, ospizi, tutti contrari alla proposta repubblica­na ha lasciato il segno. Improvvisa­mente i democratic­i sono galvanizza­ti, anche se sanno che non avranno la stessa fortuna quando si voterà per la riforma fiscale. E Trump? Il suo libro, “L’arte dell’affare”, prevede di partire sempre all’attacco. I colpevoli? I politici di profession­e, mentalment­e vecchi, ottusi, incapaci di prendere un rischio. «Che vadano a casa». È la sua tattica di sempre, buttare la colpa sugli altri. Ma non è detto che questa volta l’operazione di ribaltare il tavolo gli riesca.

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