Marcegaglia: solo la crescita crea occupazione vera
Marcegaglia: la Ue metta al centro le imprese, serve una politica industriale forte
«La sensazione è che ci sia una maggiore comprensione e consapevolezza che bisogna fare di più per rafforzare l’Europa. E che la crescita è la sola strada per dare risposte alle disuguaglianze e creare occupazione vera». È stata una giornata di incontri per Emma Marcegaglia, nel suo ruolo di presidente di Business Europe, l’organizzazione delle Confindustrie Ue: con i vertici delle istituzioni europee, oltre che con il nostro presidente del Consiglio, arrivati nella capitale per i 60 anni dei Trattati di Roma. Il mondo delle imprese, unito, ha messo nero su bianco un documento, che è stato presentato ieri. «Stiamo lavorando per far capire che l’Europa c’è. Bisogna andare avanti nell’integrazione, verso una maggiore unità: è l’Europa la risposta ai problemi della povertà, della disuguaglianza e del populismo».
È una sfida su cui lei come Business Europe si sta impegnando da tempo. Il documento parla di crescita, rilancia la questione industriale. L’Europa finora si è mossa lentamente, come si deve reagire?
È l’obiettivo che ci poniamo come mondo delle imprese e che abbiamo ribadito ieri negli incontri a Palazzo Chigi: serve una Ue che realizzi una politica industriale forte, stimoli investimenti pubbli- ci e privati, crei lavoro. Un aspetto importante del documento è l’attenzione al sociale. La coesione sociale è uno dei dieci punti.
Un argomento importante: le disuguaglianze sono alla base dei populismi che si stanno diffondendo in Europa...
L’aspetto sociale va rafforzato. Ma non rendendo più complessa la legislazione o creando posti di lavoro con sussidi. Bisogna far nascere occupazione vera, che si ottiene solo rendendo le imprese più forti, innovative e competitive. È importante che su questi temi abbiamo trovato una sintonia anche con i sindacati europei: abbiamo firmato con loro un documento, il primo dopo sette anni, presentato ieri pomeriggio, dove c’è sintonia sulla visione del futuro dell’Europa.
Per crescere servono investimenti: occorre più flessibilità nella Ue?
Come Business Europe abbiamo affrontato questo argomento e per la prima volta tutto il mondo imprenditoriale è unito nel so- stenere che a fronte di investimenti produttivi pubblici o privati si possa consentire una maggiore flessibilità del patto di stabilità, ovviamente tenendo sotto controllo i conti. Una posizione che ieri ho espresso chiaramente negli incontri.
Quali saranno le prossime azioni?
Un libro bianco di Business Europe sul futuro della Ue che presenteremo nella riunione di maggio a Malta del Consiglio europeo. Vorremmo l’opzione cinque, quindi più integrazione su temi come la difesa, la sicurezza, i controlli dei confini esterni, l’unione bancaria. Utilizzando come strumento la cooperazione rafforzata. L’ipotesi è che si possano muovere prima i paesi fondatori. Poi a novembre, a Goteborg, si terrà un vertice sociale per l’occupazione e la crescita.
Nel frattempo andrà avanti la Brexit, ci saranno le elezioni francesi, quelle tedesche: timori per una nuova ondata populista?
I timori ci sono, l’incertezza politica preoccupa. Il rischio che l’Europa possa fare un passo indietro esiste. Ma le elezioni olandesi sono state l’esempio che l’ondata populista si può arginare. Con un’Europa più unita, che ritrovi competitività la sfida si può vincere.
I DUE DOCUMENTI «Tutte le imprese per una maggiore flessibilità a fronte di investimenti produttivi. Sintonia con i sindacati sulla visione dell’Europa del futuro»