Alfano all’attacco su Campo Dall’Orto e il decreto voucher
Gara Ue, agenzie di stampa in sciopero
È un attacco a freddo, quello che Angelino Alfano, ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare, chiede le dimissioni di Antonio Campo Dall’Orto, dg della Rai. «Ha fallito, dovrebbe dimettersi, anzichè chiudere le trasmissioni (Parliamone sabato, ndr)» sottolinea Alfano, che parla del dg della Rai come della «scelta peggiore del governo Renzi». È un Alfano che attacca a tutto campo, minacciando di non votare il decreto senza spostare l’ultima data di acquisto dei voucher dal 17 marzo al 15 maggio, istituendo subito uno strumento alternativo ai voucher. Tra i motivi che avrebbero portato Alfano a sfiduciare il vertice Rai, anche il “funerale” dell’Ncd inscenato dal programma Nemo di RaiDue. Significativo il silenzio quasi assoluto del Pd.
Scontro anche sulle agenzie di stampa che contestano il progetto governativo di una gara europea per le convenzioni relative alla fornitura dei relativi servizi informativi. Il coordinamento dei comitati di redazione ha sollecitato una convocazione urgente, minacciando uno sciopero per la giornata di oggi. Lotti risponde che i «termini ultimativi» del coordinamento ompromettono unilateralmente «la fase di dialogo e collaborazione tra le parti», ma si dice disposto ad incontrare la Fnsi la prossima settimana. Capitolo concessione Rai: il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Enrico Morando è netto sull’estensione ai compensi artistici del tetto dei 240mila euro lordi annui, istituito dalla legge sull’editoria per dirigenti, dipendenti e collaboratori del servizio pubblico: «Il tetto di legge c’è e va attuato, a meno che non ci sia una determinazione del Parlamento che il Governo possa recepire». Come dire che l’esecutivo - da solo - non può interpretare la legge escludendo i contratti artistici dal tetto ai compensi. Quanto alla concessione, sulla pubblicità Morando si dice contrario ad applicare i limiti di affollamento pubblicitario canale per canale, mentre «appare limitante stabilire la quota del canone che spetta alla Rai per un solo anno». La verifica sugli obiettivi dati al servizio pubblico «va fatta anno per anno», ma la concessionaria deve avere risorse certe in un orizzonte di medio termine, quindi assicurate «per tre o per cinque anni». Quanto alla contabilità separata, Morando chiede microaccertamenti, programma per programma, per definire quali siano di servizio pubblico e finanziati dal canone e quali no.