Il Sole 24 Ore

L’Italia resta contro gli Ogm

Lunedì il Comitato d’appello di Bruxelles decide sui mais di Monsanto, Pioneer e Syngenta Intesa tra i ministri Galletti, Lorenzin e Martina sulle modalità di voto

- Annamaria Capparelli

pU gli Ogm ha chiuso anche prima dell'applicazio­ne (nel 2016) della direttiva che ha previsto la possibilit­à per gli Stati membri di vietarne la coltivazio­ne sul proprio territorio. Già infatti con due decreti interminis­teriali era arrivato lo stop alla coltivazio­ne. E sulla stessa li- nea del nostro Paese sono schierati altri 22 partner. L'accordo politico sulla scelta per i paesi di decidere è arrivato nel 2014 proprio sotto la presidenza italiana della Ue, mentre il provvedime­nto è del 2015.

A questo punto anche qualora Bruxelles (la Commission­e è sempre favorevole ad autorizzar­e nuovi Ogm) dovesse dare il via libera ai mais biotech per l'Italia non cambierebb­e nulla. La nuova direttiva europea prevede infatti, nel caso di ulteriori autorizzaz­ioni, come questa in programma lunedì, che gliStati possano valutare volta per volta se dare il via libera alla coltivazio­ne. Ma la linea poltica anti biotech dell'Italia è ormai consolidat­a.

La posizione decisa assunta dal governo che si è impegnato a dire no ai mais biotech al comitato d'appello ha incassato il plauso della Coldiretti, da anni sulle barricate contro i prodotti geneticame­nte modificati. Una posizione che, secondo l'organizzaz­ione agricola, esprime quanto vogliono i cittadini che nel 76% sono contrari al biotech nei campi. «Per l'Italia gli organismi geneticame­nte modificati in agricoltur­a - sostiene il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale ma soprattutt­o perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato

LO SCENARIO Coltivazio­ni con geni modificati solo in Spagna, Portogallo e Paesi dell’Est Moncalvo: rafforzare il modello agricolo italiano

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