Sistema agricolo sotto la media europea
Il 62% delle aziende ha meno di 8mila euro di produzione standard
pLe aziende agricole mignon si riducono progressivamente, ma il sistema italiano resta caratterizzato da una dimensione media inferiore a quella europea: il 62% delle imprese ha meno di 8mila euro di produzione standard, solo il 5% supera i 100mila euro. Ma si rafforza il processo di diversificazione con una crescita delle aziende impegnate nell'agriturismo, nelle fattorie didattiche e nell'agroenergia. La multifunzio- nali è dunque la scelta vincente. Queste le indicazioni sulla struttura del sistema agricolo fornite dai volumi «L'Annuario dell'agricoltura italiana» e «L'agricoltura italiana conta» del Crea, on line da ieri. L'indagine evidenzia come nel quinquennio 2010-2015 siano diminuite soprattutto le aziende con dimensione media (tra 15mila e 100mila euro). Le ditte individuali, che continuano a calare, si confermano lo zoccolo duro rap- presentando il 90% delle imprese totali, ma hanno rallentato il passo, soprattutto nel Centro Sud, anche le forme societarie. Sul fronte dei ricavi si stima che un ettaro produca 3.947 euro di ricavi e 2.103 di valore aggiunto Dati che ovviamente cambiano in base alle coltivazioni, alle aree geografiche e alla dimensione economica aziendale. Nelle grandi aziende, con Sau media di 95 ettari, si raggiungono 10.700 euro di ricavi a ettaro, le piccole aziende (8 ettari) restano sotto i 2.700 euro a ettaro. La produttività più elevata ( 44.855 euro a ettaro) è appannaggio delle aziende specializzate nel settore dell'ortofloricoltura. Nel Mezzogiorno, secondo le elaborazioni del Crea, l'agricoltura professionale resta molto distante dal Nord per valori medi di produttività della terra e del lavoro. Un altro elemento confermato dall'indagine è la continua erosione del valo- re della terra che non supera mediamente i 20mila euro a ettaro. A perdere di più sono state le terre delle zone di pianura e del Nord e in questo modo si riduce la forbice con il Sud. Anche se nelle regioni settentrionali il prezzo resta più caro di 4 volte rispetto al CentroSud. Al top dei listini Veneto, Trentino Alto Adige e Liguria. Nonostante le condizioni di mercato più favorevoli le compravendite non decollano . A incidere sulla calma piatta del mercato fondiario la volatilità dei prezzi e le ricorrenti difficoltà di alcuni comparti, tra cui spiccano grano, latte e carne.