Il Sole 24 Ore

Tra Aruba e Ducati alleanza motori-web

- Benedetto Giardina

pIl mondo dei motori già da un paio di anni ha assistito alla nascita di Aruba.it Racing, team partecipan­te al torneo Superbike in collaboraz­ione con Ducati.

Un binomio che lega la storica casa italiana a un brand che cerca visibilità nello sport mondiale, sposando la causa della scuderia di Borgo Panigale: «Parlando con loro è venuta fuori l’opportunit­à di lavorare con Ducati per un team ufficiale, unendo le forze per il budget e creando una squadra più forte», spiega Stefano Cecconi, amministra­tore delegato di Aruba e team principal della squadra che vede tra i piloti in pista per questa stagione Marco Melandri e Chaz Davies.

Cecconi, perchè creare un team in Superbike?

L’idea nasce nel momento in cui abbiamo iniziato ad internazio­nalizzare l’azienda con i nostri servizi cloud. Fino ad allora ci eravamo limitati al calcio italiano, sponsorizz­ando il Torino. Poi abbiamo valutato l’investimen­to in chiave internazio­nale e ci siamo resi conto di dover cambiare sport. Il nostro target di clientela ci ha portato verso il mondo dei motori, perché il seguito maggiore del calcio non rappresent­ava il nostro target.

Perché diventare proprietar­i di un team e non limitarsi ad essere un main sponsor?

Abbiamo sempre studiato soluzioni in casa, un approccio utilizzato anche nel mondo dei motori. Per questo abbiamo deciso di costituire un nostro team piuttosto che sponsorizz­arne uno già esistente. Questo crea qualche rischio, perché ci si espone in prima persona e l’effetto potrebbe essere un boomerang, ma qualora dovessero esserci dei risultati si prende parte del merito. Così abbiamo un ruolo molto più attivo.

Quanto ha influito questo fattore sulla scelta di entrare in un campionato come la Superbike?

La scelta della Superbike si basa su due aspetti: il campionato ha una natura molto più europea rispetto alla MotoGp, che si sta espandendo in mercati che non attirano ancora il nostro interesse. Come copertura geografica, il target della Superbike è più vicino al nostro. Poi, ovviamente, in MotoGp gli slot sono già tutti occupati e la creazione di un team non sarebbe stata possibile, quindi l’unico approccio possibile sarebbe stato da sponsor. Un problema che in Superbike non si pone.

Quali sono i progetti con Ducati?

La nostra prima scelta è sempre stata Ducati, pur avendo valutato tutte le ipotesi. La qualità della moto, gli investimen­ti fatti e il loro brand ci hanno convinto subito. Così abbiamo potuto fare un’operazione sportiva e di marketing, associare il nostro brand a quello Ducati ha rappresent­ato l’opportunit­à migliore. In più nel 2016 siamo partiti con la Superstock che dal nostro punto di vista è il giusto completame­nto del nostro progetto sportivo, perché ci permette di far crescere e sviluppare piloti più giovani.

Il binomio web e motori, invece, potrebbe portare a nuove collaboraz­ioni?

Ci sono già delle collaboraz­ioni in corso, ma più che altro lavoriamo dietro le quinte per lo sviluppo tecnologic­o. Per la parte web, purtroppo, c’è tutta una questione di diritti che limita la produzione video a 30 secondi a tappa, non riconducib­ili ad una sintesi della gara.

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