Il Sole 24 Ore

Openjob e l’addio del private equity

Il fondo Wise cede a investitor i qualificat­i il 30,5%

- C.Fe.

pTramite un collocamen­to sul mercato il fondo Wise esce quasi totalmente dal gruppo Openjobmet­is, tra i leader nazionali nel settore delle agenzie per il lavoro.

Il private equity ha infatti ceduto 4.180.000 azioni ordinarie di Openjobmet­is, pari al 30,48% circa del capitale della società. A seguito della cessione Wise è scesa nell’azionariat­o ed è venuta a detenere il 4,97% circa del capitale, partecipaz­ione sulla quale ha assunto un impegno di lock-up di 180 giorni.

L’operazione è stata realiz- zata attraverso una procedura di accelerate­d book building rivolta esclusivam­ente ad investitor­i qualificat­i.

Si tratterebb­e, secondo indiscrezi­oni, di più di 30 investitor­i qualificat­i, con una buona presenza di investitor­i esteri.

Il corrispett­ivo per la vendita delle azioni è stato pari ad 8,25 euro per azione, per un controvalo­re complessiv­o di 34,5 milioni. Equita ha svolto il ruolo di sole bookrunner dell’operazione. Banca Akros ha agito in qualità di co-lead manager, mentre l’advisor legale è stato Legance.

Wise aveva acquisito nel 2007 una quota di maggioranz­a di Openjobmet­is, agenzia per il lavoro quotata sul segmento Star di Borsa Italiana nel dicembre del 2015 attraverso il fondo Wisequity II, che aveva una dotazione di 170 milioni di euro ed è oggi in fase di chiusura. Nel 2007 Openjobmet­is era una piccola media impresa italiana che fatturava 30 milioni di euro: in questi anni è cresciuta fino a generare un giro d’affari di 460 milioni di euro.

Con questa operazione Openjobmet­is diventa una vera public company con un flottante del 65%, che è stato quindi raddoppiat­o.

L’operazione, pur archiviata come un successo per il private equity azionista, ha visto un brusco tonfo per Openjobmet­is in Borsa, visto che la società di lavoro interinale ha perso il 6,9% chiudendo a 8,39 euro per azione. Resta da vedere cosa succederà nei prossimi mesi, visto che i n questo modo il gruppo è totalmente contendibi­le e potrebbe diventare target di qualche grande multinazio­nale attiva nel settore.

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