Angeloni (Bce): sappiamo che occorre tempo
Ignazio Angeloni: serve un «compromesso fra tempi di dismissione e valor i di recupero»
che europee, ed italiane in particolare, dovranno inviare entro fine mese alla Bce indicando chiari obiettivi quantitativi da raggiungere in termini di miglioramento dell’Npe ratio - il rapporto tra crediti deteriorati e totalità dei crediti erogati - e modalità di gestione.
Il problema degli Npl, va detto, è di rilievo europeo. Sugli istituti dell’Eurozona grava in termini lordi un fardello pari a circa 900 miliardi di deteriorati, un livello «molto elevato», osserva Angeloni. Secondo i dati del terzo trimestre 2016, la mole di deteriorati rappresenta «il 6,6% delle esposizioni totali», un livello che al netto degli accantonamenti scende «al 3,6%», spiega Angeloni.
In questo quadro a tinte fosche, c’è però una buona notizia. Negli ultimi tempi «si è osservato un modesto miglioramento»: le consistenze di Npl sono scese di «66 miliardi di euro, nei dodici mesi terminanti al terzo trimestre del 2016». Il problema «interessa soprattutto certi paesi, alcuni dei quali sono caratterizzati anche da una maggiore debolezza dell’economia e della finanza pubblica». Tra questi, si sottolinea nelle note al testo dell’intervento, ci sono in particolare «in termini di stock, i sistemi bancari di Italia, Francia, Spagna e Grecia» che presentano i livelli di crediti deteriorati «più elevati, benché i tassi di copertura differiscano».
I fronti aperti
Angeloni ha ricordato anche i fronti su cui in questo momento è impegnata la Bce. Due, in particolare. Il primo è quello relativo ai modelli di business, su cui la Vigilanza sta conducendo un’analisi orizzontale, per verficarne la tenuta e la capacità reddituale prospettica . La Vigilanza «non impone né prescrive alcun modello, questa scelta spetta agli azionisti e al management», ha garantito Angeloni. In secondo luogo, il funzionario Bce ha ribadito che la prova di stress del 2017 per le banche sarà incentrata «sul rischio di interesse nel banking book». Nello specifico Bce cercherà di «analizzare come diversi shock nei tassi di interesse incidano sulle attività e sulle passività bancarie valutate al costo ammortizzato». Confermato come i risultati degli stretti test confluiranno negli Srep 2017, in particolare - è stato il chiarimento - nella valutazione dei cosiddetti requisiti e orientamenti di secondo pilastro.
L’evento in Bocconi è stato anche l’occasione per sottolineare come in Europa ci siano «numerose divergenze nelle prassi di vigilanza» sulle verifiche relative ai «requisiti di professionalità e onorabilità», nonostante il livello minimo di armonizzazione offerto dalla Crd Iv. Su questo aspetto la Bce auspica non solo un «completo recepimento della Crd Iv», ma anche un «ulteriore allineamento delle norme di recepimento». In ultimo, Angeloni ha volutorispondere alle critiche di una possibile disparità di trattamento della Bce sulle banche europee. «Questi sospetti - ha sottolineato Angeloni - possono derivare anche da un'incompleta informazione su come opera la Vigilanza». L’«eventualità di errori» è sempre in agguato ma, «non è plausibile che una sistematica mancanza di imparzialità nelle decisioni di vigilanza passi inosservataerva».