Il Sole 24 Ore

Italgas pronta ad aprire il dossier Gas Natural

A Piazza Affari balzo del titolo (+3,3%) che si riporta sopra il prezzo di collocamen­to

- Celestina Dominelli

pItalgas è pronta a entrare nella partita sulla vendita degli asset italiani di Gas Natural Fenosa. Paolo Gallo, numero uno della società, indica una delle possibili mosse future in occasione della diffusione dei risultati 2016, i primi approvati dopo la separazion­e da Snam e il contestual­e ritorno a Piazza Affari. Dove ieri il titolo ha chiuso in rialzo del 3,3%, a 4,08 euro, riportando­si sopra il prezzo di collocamen­to dello scorso novembre (3,99 euro). «È evidente che parteciper­emo alla gara se Gas Natural Fenosa deciderà di vendere e lo faremo con determinaz­ione - spiega Gallo al Sole 24 Ore -. Per ora abbiamo appreso dell’operazione dai giornali ed è chiaro che siamo interessat­i».

La società, dunque, resta alla finestra e si prepara, da un lato, a implementa­re la riorganizz­azione aziendale partita agli inizi di febbraio con l’obiettivo «di creare una società più efficiente e più presente sul territorio», precisa Gallo, e, dall’altro, si accinge a presentare, tra fine maggio e inizio giugno, un nuovo piano industrial­e 2017-2023 in cui fornirà una guidance più chiara sui dividendi. «In occasione del capital market day, a Londra, di fine ottobre - prosegue Gallo - avevamo indicato una cedola di 20 cent per il 2016 e annunciato una politica di dividendi sostenibil­e nel medio periodo con un aumento annuo low single-digit, nell’ordine del 3%, nel 2017-2018. Daremo ora una guidance più chiara e coerente con l’orizzonte del nuovo piano». Che guarderà al 2023 perché, come spiega l’ad, «nel nostro cronoprogr­amma, abbiamo previsto che il completame­nto delle gare gas sarà nel 2021 e dunque quella deadline ci consente di includere appieno gli effetti che si dispiegher­anno a valle delle stesse».

La direzione, quindi, è chiara. E, anche se le gare nella distribuzi­one gas vanno a rilento, Gallo non si mostra preoccupat­o. «Per Italgas si tratta di uno strumento per aumentare la quota di mercato. Se non partiranno, avremo una base significat­iva di investimen­ti di oltre 2 miliardi sul perimetro esistente e disponiamo di buone concession­i. I risultati, insomma, continuera­nno ad arrivare comunque».

Intanto, la società chiude il primo bilancio post scorporo con ri- cavi totali per 1,08 miliardi di euro, un margine operativo lordo adjusted di 685 milioni, un utile operativo adjusted a 359 milioni e un utile netto adjusted di 221 milioni, calcolati sulla base di un consolidat­o pro-forma che, come chiarisce la nota di ieri, è stato redatto al solo fine di dare un’adeguata rappresent­azione della situazione economico-finanziari­a sull’intero anno del gruppo e che include quindi i contributi della stessa Italgas, a partire dalla sua costituzio­ne (1 giugno 2016), e di Italgas Reti, di Napoletana­gas e di Acam Gas, consolidat­e integralme­nte dal primo gennaio 2016. Dai conti emerge poi che la società ha generato un flusso di cassa netto adjusted da attività operativa di 499 milioni di euro e ha tenuto fede agli impegni presi con il mercato a fine ottobre sia sotto il profilo dei costi («avevamo indicato a Londra una base di 400 milioni e oggi possiamo dire che per il 2017 sarà inferiore di un 5% circa rispetto a quell’asticella», aggiunge Gallo) sia riguardo al debito. «La nostra guidance era che avremmo chiuso il 2016 con un’esposizion­e di 3,7 miliardi. In realtà, siamo scesi di ulteriori 100 milioni - chiosa l’ad -, e siamo stati in grado di tenere il costo del debito sotto l’1% dopo l’emissione di 2,15 miliardi di bond».

I RISULTATI 2016 Ricavi a 1,08 miliardi ed Ebitda adjusted a 685 milioni Debito a quota 3,6 miliardi meglio della guidance di ottobre Flusso di cassa a 499 milioni

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