«Dopo 20 anni è ora di fare il bilancio sul voto di lista»
Presidente Assogestioni Serve un codice di autodisciplina anche per le Pmi
pCorporate governance e la validità del voto di lista. Questi i temi sostenuti con forza da Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni che rivendica il crescente ruolo dei gestori nelle assemblee delle società quotate di grandi e medie dimensioni. E lo fa nell’anniversario dei 20 anni dalla presentazione della prima lista di minoranza da parte dell’associazione. Era il 1996 e l’assemblea era quella dell’Eni. Ora Assogestioni vuole fare un bilancio di questa attività, tirare le somme, capire dove ci possono essere dei margini di miglioramento e sottolineare l’importanza della best practice nelle politiche aziendali. Ed è proprio il tema della governance che verrà sviscerato al termine dell’assemblea annuale dell’associazione che si terrà il 27 marzo. All’incontro parteciperanno personalità di spicco che porteranno il loro contributo al tema.
Dot t o r C o r c o s s o n o p a s - sati 20 anni dalla presentazione della prima lista. I gestori sono riusciti a tutelare le minoranze puntando sulla governance?
Sì. Oggi il termine governance è associato al buon funzionamento dei mercati, ma soprattutto all’importanza che un mercato ha nell’essere in grado di attrarre capitali. Per sintetizzare, direi che nel corso di questi anni si è sviluppata la consapevolezza di una relazione diretta tra la best practice dell’azienda e la sua capacità di attirare nuovi flus- si di capitale. Una corporate governance di livello è una soluzione win win per tutti: per le aziende, per gli investitori, per gli azionisti di minoranza che possono contare su tutele maggiori e per il Paese la cui credibilità aumenta. Noi come Assogestioni abbiamo contribuito a radicare questo pensiero nella mente di tutti gli stakeholder, emittenti, investitori e clienti. Non solo con i fatti ma anche aprendo dibattiti come quello del 27 marzo prossimo in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione. In quella sede abbiamo chiesto il contributo di sei grandi esperti; dopo più di 20 anni è arrivato il momento di fare il punto sul voto di lista che è uno strumento di grandissimo valore al quale altri ordinamenti giuridici stanno guardando per le ricadute positive che ha avuto. Il nostro contributo alle best practice nella corporate governance non si è certo esaurito e continueremo ad avere un ruolo propositivo.
Tirando le somme, quante liste avete presentato?
Nel 2016 abbiamo presentato 44 liste e sono stati nominati 59 tra amministratori, consiglieri di sorveglianza e sindaci per un totale di 34 società. Un risultato importante. Nell’analoga stagione assembleare del 2013 le liste presentate erano 16. Ci sono state poi evoluzioni rilevanti che hanno spinto le Sgr ad adottare la politica di stewardship sia a livello di categoria sia di società. Questi principi hanno portato a un ulteriore livello di collaborazione tra società emittenti e investitori.
Ci saranno comunque criticità e punti che potrebbero essere migliorabili…
Certo e siamo disponibili ad aprire un dibattito su elementi su cui sia necessaria una messa a punto perché se ci sono ombre vanno dissipate.
Per esempio dove?
Per esempio nel ruolo dell’amministratore indipendente o del presidente del consiglio di amministrazione, una figura che deve garantire l’equilibrio della governance a tutela degli azionisti, sia di minoranza sia di maggioranza. Nel ruolo del cda e degli investitori istituzionali nella presentazione delle liste di candidati per il rinnovo degli organi nelle società che non hanno un socio di controllo. Dando importanza all’autodisciplina di emittenti e investitori istituzionali - anche attraverso gli adattamenti degli statuti a quelle che sono le concrete compagini azionarie - e in particolare ai protocolli di stewardship, engagement e ai principi di selezione dei candidati con l’obiettivo di continuare a garantire la nomina di amministratori indipendenti anche dagli investitori che li propongono e sempre privi di qualsiasi mandato.
Con l’ingresso dei Pir è sempre più centrale il ruolo delle Pmi. Come si può migliorare la governance in questo segmento?
Nel 2016 il comitato dei gestori ha depositato liste in 23 in società del Mid Cap, 2 nelle società dello small cap e 1 nell’Aim. Sarebbe auspicabile che, con l’introduzione dei Pir, si ragionasse su un codice di autodisciplina semplificato per le piccole medie imprese. Sarebbe uno strumento di ulteriore agevolazione per l’innalzamento del buon funzionamento della corporate governance di queste società.
TITOLI IN SCADENZA
«L’assemblea del 27 marzo sarà l’occasione per aprire un dibattito sulle criticità»
«Lo scorso anno abbiamo presentato 44 liste, nel 2013 ne erano state presentate 16»