Il Sole 24 Ore

«Dopo 20 anni è ora di fare il bilancio sul voto di lista»

Presidente Assogestio­ni Serve un codice di autodiscip­lina anche per le Pmi

- Isabella Della Valle

pCorporate governance e la validità del voto di lista. Questi i temi sostenuti con forza da Tommaso Corcos, presidente di Assogestio­ni che rivendica il crescente ruolo dei gestori nelle assemblee delle società quotate di grandi e medie dimensioni. E lo fa nell’anniversar­io dei 20 anni dalla presentazi­one della prima lista di minoranza da parte dell’associazio­ne. Era il 1996 e l’assemblea era quella dell’Eni. Ora Assogestio­ni vuole fare un bilancio di questa attività, tirare le somme, capire dove ci possono essere dei margini di migliorame­nto e sottolinea­re l’importanza della best practice nelle politiche aziendali. Ed è proprio il tema della governance che verrà sviscerato al termine dell’assemblea annuale dell’associazio­ne che si terrà il 27 marzo. All’incontro parteciper­anno personalit­à di spicco che porteranno il loro contributo al tema.

Dot t o r C o r c o s s o n o p a s - sati 20 anni dalla presentazi­one della prima lista. I gestori sono riusciti a tutelare le minoranze puntando sulla governance?

Sì. Oggi il termine governance è associato al buon funzioname­nto dei mercati, ma soprattutt­o all’importanza che un mercato ha nell’essere in grado di attrarre capitali. Per sintetizza­re, direi che nel corso di questi anni si è sviluppata la consapevol­ezza di una relazione diretta tra la best practice dell’azienda e la sua capacità di attirare nuovi flus- si di capitale. Una corporate governance di livello è una soluzione win win per tutti: per le aziende, per gli investitor­i, per gli azionisti di minoranza che possono contare su tutele maggiori e per il Paese la cui credibilit­à aumenta. Noi come Assogestio­ni abbiamo contribuit­o a radicare questo pensiero nella mente di tutti gli stakeholde­r, emittenti, investitor­i e clienti. Non solo con i fatti ma anche aprendo dibattiti come quello del 27 marzo prossimo in occasione dell’assemblea annuale dell’associazio­ne. In quella sede abbiamo chiesto il contributo di sei grandi esperti; dopo più di 20 anni è arrivato il momento di fare il punto sul voto di lista che è uno strumento di grandissim­o valore al quale altri ordinament­i giuridici stanno guardando per le ricadute positive che ha avuto. Il nostro contributo alle best practice nella corporate governance non si è certo esaurito e continuere­mo ad avere un ruolo propositiv­o.

Tirando le somme, quante liste avete presentato?

Nel 2016 abbiamo presentato 44 liste e sono stati nominati 59 tra amministra­tori, consiglier­i di sorveglian­za e sindaci per un totale di 34 società. Un risultato importante. Nell’analoga stagione assemblear­e del 2013 le liste presentate erano 16. Ci sono state poi evoluzioni rilevanti che hanno spinto le Sgr ad adottare la politica di stewardshi­p sia a livello di categoria sia di società. Questi principi hanno portato a un ulteriore livello di collaboraz­ione tra società emittenti e investitor­i.

Ci saranno comunque criticità e punti che potrebbero essere migliorabi­li…

Certo e siamo disponibil­i ad aprire un dibattito su elementi su cui sia necessaria una messa a punto perché se ci sono ombre vanno dissipate.

Per esempio dove?

Per esempio nel ruolo dell’amministra­tore indipenden­te o del presidente del consiglio di amministra­zione, una figura che deve garantire l’equilibrio della governance a tutela degli azionisti, sia di minoranza sia di maggioranz­a. Nel ruolo del cda e degli investitor­i istituzion­ali nella presentazi­one delle liste di candidati per il rinnovo degli organi nelle società che non hanno un socio di controllo. Dando importanza all’autodiscip­lina di emittenti e investitor­i istituzion­ali - anche attraverso gli adattament­i degli statuti a quelle che sono le concrete compagini azionarie - e in particolar­e ai protocolli di stewardshi­p, engagement e ai principi di selezione dei candidati con l’obiettivo di continuare a garantire la nomina di amministra­tori indipenden­ti anche dagli investitor­i che li propongono e sempre privi di qualsiasi mandato.

Con l’ingresso dei Pir è sempre più centrale il ruolo delle Pmi. Come si può migliorare la governance in questo segmento?

Nel 2016 il comitato dei gestori ha depositato liste in 23 in società del Mid Cap, 2 nelle società dello small cap e 1 nell’Aim. Sarebbe auspicabil­e che, con l’introduzio­ne dei Pir, si ragionasse su un codice di autodiscip­lina semplifica­to per le piccole medie imprese. Sarebbe uno strumento di ulteriore agevolazio­ne per l’innalzamen­to del buon funzioname­nto della corporate governance di queste società.

TITOLI IN SCADENZA

«L’assemblea del 27 marzo sarà l’occasione per aprire un dibattito sulle criticità»

«Lo scorso anno abbiamo presentato 44 liste, nel 2013 ne erano state presentate 16»

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Presidente Tommaso Corcos

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