Investire a Piazza Affari in modo consapevole
L’approccio deve tener conto del profilo di rischio e degli obiettivi
Quanto si deve investire in Piazza Affari? Non c’è una ricetta adatta per tutti, ma una regola sì: investire in modo consapevole tenendo conto di quanto si può rischiare; quanto si può investire; cosa si vuole dall’investimento. Plus24 ha chiesto a Gianni Lupotto, ad di Alfa SCF, società di consulenza indipendente, di dare la sua opinione su due casi concreti. Una coppia di trentenni, con alta propensione al rischio che vuole comprare una casa e un cinquantenne con bassa propensione al rischio che vuole creare un gruzzolo per far studiare il figlio all’estero.
Nel primo caso la capacità di risparmio (600 euro/mese) fa ipotizzare che la coppia possa contare su un discreto reddito, che le consente di ottenere un mutuo a tasso fisso in grado di finanziare fin da subito l’acquisto della casa, in quanto attualmente le condizioni sono ancora favorevoli. Metà del patrimonio (75mila euro) può essere utilizzato per l’anticipo e i risparmi mensili possono essere destinati al pagamento delle rate del mutuo. Con tassi in salita, questa soluzione pare la più efficiente al momento e consente di disporre immediatamente della prima casa. I 75mila euro residui del patrimonio attuale possono essere investiti in ottica di lungo termine per realizzare obiettivi finanziari futuri. Con un’alta propensione al rischio, la quota di azionario può raggiungere anche il 60% dell’investimento totale e al mercato azionario italiano, nello specifico, si potrebbe destinare una quota fino al 15% dell’investimento totale (circa 11mila euro). Al momento, questo mercato potrebbe essere peraltro su livelli interessanti in quanto i titoli finanziari (presenti in misura relativamente elevata) saranno favoriti dalla probabile ripresa dei tassi. Inoltre, il segmento mid-cap Italia è favorito dall’arrivo dei Piani Individuali di Risparmio che sta facendo affluire notevoli flussi verso le mid-cap. Gli 11mila euro della coppia potrebbero pertanto esse- re investiti in uno strumento Pir-compliant che presenta vantaggi fiscali, assicurandosi però che lo strumento scelto non abbia costi che mortifichino il risparmio fiscale.
Il dipendente di 50 anni, invece, ha un orizzonte temporale stimabile in 7-10 anni (ingresso all’università a 19 anni per 4-5 anni). Nei sette anni, possono essere accumulati risparmi per 84mila euro, sufficienti a garantire buona parte degli studi universitari. Secondo Lupotto questa somma può essere incrementata con un rischio medio, investendo circa il 75% dei risparmi in obbligazioni con scadenze in linea con le date degli esborsi previsti. Inoltre, in linea al profilo di rischio, il 25% restante può essere impiegato in strumenti azionari diversificati, in grado di generare rendimenti positivi (superiori a quelli attualmente offerti oggi dai bond) nel medio-lungo periodo. In questo caso, fino al 10% del totale può essere investito in strumenti del mercato azionario italiano per le stesse ragioni del caso prima esaminato.
— L.I.