Il Sole 24 Ore

L’economia Us a corre e pog gia su basi solide

- Fabrizio Galimberti

L’economia americana sta bene, grazie. La disoccupaz­ione è bassa, i posti di lavoro vengono creati al ritmo di più di due milioni l’anno e la fiducia è su livelli alti. Naturalmen­te, non è merito di Trump. Già prima delle elezioni presidenzi­ali era evidente che l’America stava scaldando i muscoli e, se Trump ha avuto conseguenz­e, queste conseguenz­e stanno più in un mercato azionario effervesce­nte che, malgrado le recenti pause, sta vivendo di quelle “galline domani” di cui sono pieni i carnieri delle Borse. Quali sono, allora, i primum movens di questa ripresa? E la ripresa è limitata all’America? Fortunatam­ente no. I superindic­i dell’Ocse mostrano una corale ripresa negli ultimi mesi. Ed è importante che sia corale, perché se tutte le principali aree si espandono assieme, il tutto diventa più della somma delle parti. L’economia Usa è nel plotone di testa di questa risalita. La politica della Fed si era fatta espansiva prima che altrove, senza paura di avventurar­si nelle terre incognite dell’espansione quantitati­va. E la politica di bilancio aveva mantenuto lo stimolo, rifiutando le pericolose lusinghe di un’austerità fine a se stessa. Questo ha dato tempo alla forza nativa dell’economia di risollevar­si, dopo le gravi ferite della Grande recessione.

Come si vede dal grafico, la ricchezza netta delle famiglie ha superato, già dal 2014, i massimi storici registrati nel 2007, poco prima dell’inizio delle crisi; e a fine 2016 ha toccato nuovi record. Dato che l’”effetto ricchezza” è uno dei determinan­ti della propension­e al consumo, e dato che i consumi delle famiglie coprono quasi il 70% del Pil, si capisce come dietro l’abbrivio dell’economia americana ci siano robuste ragioni struttural­i.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy