Troppe anticipazioni in fase di accumulo
Dottor Corbello, l’introduzione della Rita potrebbe dare il via a qualche abuso: cessando di lavorare sei mesi prima del pensionamento si potrebbe anche incassare tutto il montante versato in un fondo pensione, con un Fisco molto di favore. Non rappresenta una minaccia per la tenuta della previdenza complementare?
La sperimentazione della rendita integrativa temporanea è interessante: può essere considerata un’opzione di impiego della previdenza complementare come “ammortizzatore sociale” individuale. È un secondo strumento che si affianca all’Ape. Non vedo pericoli per il sistema e forse ci potrà essere qualche abuso, ma tutto sommato giudico l’opportunità positiva. Semmai i pe- ricoli vengono dalla tentazione di depauperare in corso d’opera il proprio montante di previdenza complementare tramite il meccanismo delle anticipazioni realizzate in fase di accumulo. Da tempo sono possibili, anche senza specifica motivazione.
Un’altra novità sono i Pir. Che spazio vede per i fondi pensione ?
Fermo restando la possibilità di conferire nel tempo dei mandati di contenuto Pir, nell’immediato sarebbe interessante consentire di immettere quote di Pir retail in mandati gestori già esistenti, bilanciati o azionari. Nell’ambito di questi mandati si avrebbe l’esenzione fiscale per la porzione di patrimonio investita in Pir.
La previdenza nel lungo termine dovrà poi fare i conti con la
demografia...
In quest’ambito servono strategie intelligenti, incentivando le famiglie a fare figli e adottando politiche efficaci di accoglienza degli immigrati. Non va poi dimenticato il tema della cura degli anziani: occorre moltiplicare le varie tipologie di residenze adeguate alle necessità della vecchiaia. Siamo un Paese di punta nell’invecchiamento e incentivare la cura di questa fascia crescente di popolazione oltre a rappresentare un potenziale buon affare “anticiclico” per gli investitori previdenziali crea anche nuova occupazione. Nello stesso tempo bisogna adottare forme di obbligatorietà per le long term care, innanzitutto per fronteggiare l’inabilità conseguente alla senescenza.