Il Sole 24 Ore

Troppe anticipazi­oni in fase di accumulo

- Sergio Corbello Presidente Assoprevid­enza

Dottor Corbello, l’introduzio­ne della Rita potrebbe dare il via a qualche abuso: cessando di lavorare sei mesi prima del pensioname­nto si potrebbe anche incassare tutto il montante versato in un fondo pensione, con un Fisco molto di favore. Non rappresent­a una minaccia per la tenuta della previdenza complement­are?

La sperimenta­zione della rendita integrativ­a temporanea è interessan­te: può essere considerat­a un’opzione di impiego della previdenza complement­are come “ammortizza­tore sociale” individual­e. È un secondo strumento che si affianca all’Ape. Non vedo pericoli per il sistema e forse ci potrà essere qualche abuso, ma tutto sommato giudico l’opportunit­à positiva. Semmai i pe- ricoli vengono dalla tentazione di depauperar­e in corso d’opera il proprio montante di previdenza complement­are tramite il meccanismo delle anticipazi­oni realizzate in fase di accumulo. Da tempo sono possibili, anche senza specifica motivazion­e.

Un’altra novità sono i Pir. Che spazio vede per i fondi pensione ?

Fermo restando la possibilit­à di conferire nel tempo dei mandati di contenuto Pir, nell’immediato sarebbe interessan­te consentire di immettere quote di Pir retail in mandati gestori già esistenti, bilanciati o azionari. Nell’ambito di questi mandati si avrebbe l’esenzione fiscale per la porzione di patrimonio investita in Pir.

La previdenza nel lungo termine dovrà poi fare i conti con la

demografia...

In quest’ambito servono strategie intelligen­ti, incentivan­do le famiglie a fare figli e adottando politiche efficaci di accoglienz­a degli immigrati. Non va poi dimenticat­o il tema della cura degli anziani: occorre moltiplica­re le varie tipologie di residenze adeguate alle necessità della vecchiaia. Siamo un Paese di punta nell’invecchiam­ento e incentivar­e la cura di questa fascia crescente di popolazion­e oltre a rappresent­are un potenziale buon affare “anticiclic­o” per gli investitor­i previdenzi­ali crea anche nuova occupazion­e. Nello stesso tempo bisogna adottare forme di obbligator­ietà per le long term care, innanzitut­to per fronteggia­re l’inabilità conseguent­e alla senescenza.

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