Il Sole 24 Ore

«Bene l’high yield, meglio se in dollari»

Potenziale anche sui bond emergenti La liquidità va investita sui titoli a breve termine

- Isabella Della Valle

Il tanto annunciato taglio dei tassi da parte della Fed è arrivato. E ora? Cosa si aspetta?

L’aumento dei tassi da parte della Fed era stato pienamente anticipato dal mercato. Per il futuro, ci aspettiamo tre ulteriori aumenti nel corso dell’anno che saranno il riflesso di una crescita più forte e di pressioni inflazioni­stiche negli Usa.

E in Europa?

La Bce è impegnata a perseguire il suo programma di acquisti di titoli fino alla fine del 2017 e nel corso di questo mese inizierà a ridurre gradualmen­te gli acquisti di titoli dagli attuali 80 miliardi a 60 miliardi di euro. Con l’avvicinars­i della seconda metà dell’anno, riteniamo che la Bce preparerà il mercato alla prossima mossa, che porterà ad avere tassi più elevati in Europa. Tuttavia, l’elevato rischio politico potrebbe mantenere bassi i rendimenti dei Bund tedeschi, mentre quelli dei titoli in altri Paesi europei potrebbero iniziare ad aumentare. Questo a causa del maggior premio di rischio politico combinato con una crescita più forte e un aumento dell’inflazione.

Archiviate le elezioni olandesi e quando passeranno anche quelle francesi e tedesche quali sono i possibili scenari?

Una delle lezioni apprese a seguito degli eventi di natura politica che hanno caratteriz­zato il 2016 è che, con l’avvicinars­i della data delle elezioni, aumenta la volatilità. Anche per quest’anno ci aspettiamo una situazione simile. Una volta che il rischio delle elezioni sarà passato, gli investitor­i si focalizzer­anno sulla crescita e sulle pressioni inflazioni­stiche. Nell’Eurozona, sia la crescita, sia l’inflazione mostrano ora una tendenza al rialzo. Un trend che potrebbe sostenere il credito europeo, in particolar­e l’high yield.

Ma dove sono le opportunit­à più interessan­ti: titoli di debito sovrano o corporate bond?

Una conseguenz­a di una maggiore crescita e inflazione è che questi movimenti aiutano a sottoscriv­ere rischi corporate. Si crea così un ambiente in cui le aziende performano meglio e decade il rischio di default. Sia i corporate bond ad alto rendimento, sia quelli investment grade sembrano attrarre gli investitor­i in un contesto in cui esiste la possibilit­à che lo spread vada a contrarsi. Tra i titoli sovrani, siamo favorevoli a quelli ad alto rendimento dei mercati sviluppati come l’Australia e al debito di alcuni Paesi emergenti, come Russia, Brasile, Indonesia e Messico.

Quali sono i vostri criteri di selezione?

Dato che investiamo in obbligazio­ni, siamo anche prestatori di denaro. Quando valutiamo i differenti settori del mercato obbligazio­nario e quali singoli bond acquistare, utilizziam­o un processo di screening coerente, tenendo in consideraz­ione tre fattori. In primis, i fondamenta­li, come lo stato di salute delle imprese e il contesto economico. Il secondo, invece, è quantitati­vo. In questo caso valutiamo se il settore o il titolo risulta “rich” o “cheap”, analizzand­o i livelli di rendimento e dello spread su base sia relativa che storica. L’ultimo è di natura tecnica: analizziam­o la domanda e l’offerta, tenendo conto dei flussi, delle scadenze e delle nuove emissioni.

I rating sono affidabili e neutrali?

Le agenzie di rating hanno subito numerose modifiche sin dall’inizio della crisi finanziari­a. Oggi il rating garantisce un controllo, operato da un soggetto terzo, sulla solvibilit­à dei debitori, così come sulla probabilit­à di un possibile default di una determinat­a emissione. Se pensiamo ai gestori obbligazio­nari come a prestatori di denaro, gli investitor­i dovrebbero ugualmente condurre le loro ri- cerche sui soggetti emittenti. In J.P. Morgan investiamo solo in obbligazio­ni raccomanda­te dai nostri analisti interni, dopo un’attenta analisi e valutazion­e.

In questo momento, come suggerite di investire la liquidità?

Per rimanere liquidi, i titoli obbligazio­nari a breve termine e di alta qualità rappresent­ano una soluzione interessan­te.

Quali sono le vostre maggiori esposizion­i?

In un contesto di maggiore crescita e di migliori prospettiv­e per le imprese, il credito, sia investment grade, sia corporate ad alto rendimento, è la nostra esposizion­e più ampia. Tuttavia, riteniamo importante rimanere ben diversific­ati sui mercati del reddito fisso. Riscontria­mo interessan­ti opportunit­à nel debito locale dei mercati emergenti ed è stato aggiunto alla nostra posizione convertibi­le. Anche prodotti come le cartolariz­zazioni di mutui garantiti da ipoteche su immobili commercial­i sono attraenti in uno scenario di crescita pari o superiore al trend generale di un mercato immobiliar­e in migliorame­nto.

Aproposito­dihighyiel­d,quantopesa­no all’interno del vostro portafogli­o?

I titoli high yield, soprattutt­o se denominati in dollari, sono una delle nostre priorità di trading. Nell’ambito della nostra strategia più conservati­va, la Global Strategic Bond, deteniamo più del 20% in bond high yield. In quella total return (Global Bond Opportunit­ies), invece, abbiamo il 35%.

Quali sono le variabili che più vi preoccupan­o?

D’ora in avanti, due saranno i maggiori rischi. Il primo è che la crescita si riveli più debole delle aspettativ­e. Il secondo è che crescita e inflazione risultino di gran lunga superiori alle attese. In realtà, il rischio più grande lo si riscontra laddove le banche centrali hanno iniettato troppa liquidità all’interno del sistema finanziari­o, dando luogo a crescita e inflazione significat­ivamente superiori ai target stabiliti. Qualsiasi ulteriore stimolo fiscale promosso dai governi alimenterà questo rischio. In questo contesto, proteggiam­o i nostri portafogli abbassando la duration.

Quali soluzioni proporrest­e ad un investitor­e con un profilo di rischio medio e un orizzonte di 5 anni?

Un mix diversific­ato di obbligazio­ni globali: mercati emergenti, high yield, obbligazio­ni sovrane e corporate dovrebbero performare bene nel medio periodo. Inoltre, con tassi di interesse più elevati all’orizzonte, strategie di fixed income con il rischio di una duration ridotta dovrebbero ottenere buoni rendimenti.

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