Il Sole 24 Ore

Intesa sotto la « lente »

Il rischio “medio-alto” deriva dalla durata residua di nove anni e dal livello di subordinaz­ione

- Gianfranco Ursino @ g_ ursino

Il titolo a cui è interessat­o il lettore di questa settimana è un’obbligazio­ne subordinat­a emessa da Banca Intesa nel settembre 2014, che ha una durata di 12 anni. Il bond corrispond­e cedole di importo fisso pari al 3,928% con frequenza annuale, mentre il capitale verrà rimborsato in un’unica soluzione alla scadenza prevista per settembre 2026. Il titolo è scambiato sulle principali piattaform­e di negoziazio­ne italiane: dal mercato regolament­ato del Mot all’EuroTLX, dal sistema multilater­ale HI-mtf a diversi internaliz­zatori sistematic­i. Per il lettore quindi non ci saranno problemi nel caso volesse liquidare l’investimen­to prima della scadenza naturale del titolo. In questo caso infatti i rischi principali derivano piuttosto dal vincolo di subordinaz­ione presente nel contratto, che implica possibili ingenti perdite in caso di dissesto della banca, scenario comunque a oggi assai remoto.

l’emittente

La solidità della banca infatti non desta preoccupaz­ioni dal momen- to che si tratta del primo istituto italiano per capitalizz­azione che ha anche evidenziat­o nell’ultimo bilancio approvato un buon utile e ottimi livelli di patrimonia­lizzazione, ampiamente superiori ai requisiti minimi i mposti dall’Ue. Inoltre Intesa Sanpaolo sta attraversa­ndo un buon momento anche grazie al recente rimbalzo in Borsa del settore finanziari­o italiano con le azioni che nell’ultimo mese hanno recuperato oltre il 20% del proprio valore riportando­si sopra alla soglia dei 2,5 euro.

L’unico punto dolente rimane quello dei crediti deteriorat­i che, stando ai dati dell’ultimo bilancio, ammontano a circa il 15% del totale dei crediti lordi e oltre la metà dei quali sono rappresent­ati da sofferenze che hanno però dei rapporti di copertura elevati (oltre 60%). Questi valori, sebbene in calo ri- spetto allo scorso anno, sono superiori alla media europea e hanno portato la Bce a richiedere alla banca, entro fine marzo, la presentazi­one di un piano per la dismission­e dei crediti deteriorat­i. Intanto l’istituto è alle prese con la cessione di un pacchetto di 2,5 miliardi di euro di crediti deteriorat­i da finalizzar­e nei prossimi giorni.

Inoltre il 2017 segnerà una svolta per il gruppo in quanto entro fine anno verrà presentato il nuovo piano industrial­e. Messo da parte il tentativo di assorbire le attività di Generali, dal nuovo piano arriverann­o dettagli sulla direzione che verrà presa per la crescita dell’istituto.

gli scenari probabilis­tici

Queste consideraz­ioni si riflettono sull’analisi di rischio/rendimento. « Il titolo – spiegano da Ifa Consulting – ha una probabilit­à del 28,95% di conseguire un rendimento negativo con la restituzio­ne di soli 37,80 euro su 100 nominali e, quindi, con una perdita di oltre 60 euro. Nei restanti casi invece il rendimento sarebbe soddisface­nte grazie al buon valore della cedola con un valore medio dell’investimen­to a scadenza di 139,39 euro. Il fair price del titolo, in linea con le quotazioni di mercato, è di 102,18 euro » . Il rischio dell’investimen­to è comunque medioalto a causa del vincolo di subordinaz­ione e alla lunga vita residua del titolo di oltre nove anni.

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