Stop alla super Borsa Ue: monopolio sui titoli di Stato
L’Antitrust europeo boccia la fusione Lse-Deutsche Börse: il nodo è la piattaforma italiana Mts Scatta Brexit, Bruxelles detta a Londra le condizioni
pLa Dg Concorrenza della Commissione europea ha ufficializzato il “no” alla fusione tra il London Stock Exchange e Deutsche Börse in quanto - secondo l’antitrust europeo - avrebbe creato «un monopolio di fatto nell’area cruciale degli strumenti del reddito fisso» di cui la piattaforma italiana Mts è lo strumento principale. La decisione è stata formalizzata nello stesso giorno in cui il Governo britannico ha notificato a Bruxelles l’attivazione dell’articolo 50 per l’uscita dalla Ue.
La Commissione europea ha annunciato ieri che per garantire la libera concorrenza non può dare il suo benestare alla fusione tra il London Stock Exchange e la Deutsche Börse. L’annuncio è giunto nel giorno in cui il Regno Unito ha annunciato ufficialmente il desiderio di uscire dall’Unione. Bruxelles ha ricordato perfidamente che nel campo della concorrenza la Commissione europea ha compiti di vigilanza su qualsiasi azienda presente nel mercato unico, indipendentemente da Brexit.
«L’economia europea dipende dal buon funzionamento dei mercati finanziari – ha detto la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager in una conferenza stampa qui a Bruxelles –. Ciò non è importante solo per le banche e per altre istituzioni finanziarie. L’intera economia cresce quando aziende possono raccogliere denaro sui mercati finanziari competitivi. Una fusione tra il LSE e Deutsche Börse avrebbe creato un monopolio di fatto nel cruciale settore degli strumenti a reddito fisso».
A preoccupare Bruxelles è stata la presenza nella nuova entità di tre società: Eurex, LCH.Clearnet e Cassa di Compensazione e Garanzia, tutte specializzate nella compensazione (clearing in inglese) di strumenti a reddito fisso (obbligazioni e pronti contro termine). Secondo la Commissione europea, la fusione avrebbe avuto un impatto anche su altre fasi successive della contrattazione. Nel dicembre del 2016, Bruxelles aveva quindi illustrato alle società le sue preoccupazioni.
Di conseguenza, LSE e Deutsche Börse avevano presentato possibili accorgimenti per ricevere il benestare comunitario, proponendo tra le altre cose la dismissione di LCH.Clearnet SA, la filiale francese di LCH.Clearnet. Questa scelta, secondo Bruxelles, avrebbe risolto il problema sul fronte dei derivati di azioni, un’altra questione aperta, ma non avrebbe messo mano al nodo più controverso, quello relativo alla compensazione nel delicato settore degli strumenti a reddito fisso.
Un test di mercato ha rivelato che una soluzione radicale sarebbe stata la vendita di MTS (Mercato dei Titoli di Stato) da parte di LSE. Le società coinvolte nella fusione non hanno voluto perseguire questa strada, nonostante secondo l'esecutivo comunitario l'attività di MTS sia «relativamente piccola rispetto al giro d'affari delle due aziende». Controllata da LSE, Borsa Italiana ha seguito da vicino una fusione da 29 miliardi di euro che avrebbe avuto conseguenze anche in Italia.
Deutsche Börse ha detto di deplorare la decisione, mentre LSE ha annullato l’annunciata vendita di LCH.Clearnet SA. Nella sua conferenza stampa, la signora Vestager ha sottolineato che la decisione di Londra di lasciare l’Unione non ha avuto alcuna influenza nella scelta comunitaria. Proprio ieri qui a Bruxelles l'ambasciatore britannico presso l'Unione Tim Barrow ha consegnato al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk la lettera con la quale il governo May ha aperto ufficialmente le trattative di divorzio.
In Gran Bretagna, il processo di Brexit è interpretato come la fine di qualsiasi influenza comunitaria sulla vita economica, politica e sociale britannica. Interpellata su questo aspetto, la signora Vestager non ha potuto fare a meno di ricordare che almeno nel campo della concorrenza, la Commissione europea ha compiti di vigilanza «su qualsiasi azienda che è presente nel mercato unico, indipendentemente dalla sua nazionalità o dalla sua bandiera».
Più in generale, la scelta comunitaria non è stata facile, al di là degli aspetti antitrust. Non solo perché la fusione riguardava il Regno Unito, un paese che sta per uscire dall’Unione, e Londra, una piazza finanziaria cruciale per l'economia mondiale; ma anche perché l’Unione ha disperatamente bisogno di rafforzarsi sul fronte finanziario a livello globale. La fusione tra LSE e Deutsche Börse avrebbe in un modo o nell’altro ridotto la frammentazione del grande mercato europeo.
IL NODO CLEARING A preoccupare Bruxelles è stata la presenza nella nuova entità di tre società: Eurex, LCH.Clearnet e Cassa di Compensazione e Garanzia