Industria 4.0 spinge la fiducia e le aspettative delle imprese
Al top anche le attese sull’occupazione
Marzo record per la fiducia delle imprese, con un livello assoluto dell’indice Istat arrivato a quota 105,1, il top da gennaio 2016. Uno scatto legato in particolare all’area dei beni strumentali - in primis tecnologici - coinvolti dai bonus di Industria 4.0.
pNella colonna compare il numero sei, ed è una novità assoluta. Per le imprese manifatturiere le attese sull’occupazione non sono mai state in effetti così positive, un saldo a favore degli “ottimisti” che in queste dimensioni (per quanto risicate), non era mai stato registrato nelle serie storiche dell’Istat, visibili per questa rilevazione fino al lontano giugno del 2002.
Marzo, per la fiducia delle imprese, è in effetti il mese dei record, con un livello assoluto arrivato a quota 105,1, il top da gennaio 2016, proseguendo un trend di recupero avviato a gennaio. Un progresso che coinvolge servizi di mercato e commercio al dettaglio ma che si manifesta con un vigore inatteso nell’area manifatturiera (il 40% di peso nel campione), dove l’indice (107,1), al quarto rialzo consecutivo, si arrampica a livelli mai visti da dicembre 2007. Risultato di un progresso corale che riguarda sia i giudizi attuali che le prospettive future, in entrambi casi in netto miglioramento rispetto al passato. Il saldo dei giudizi sugli ordini esteri è ad esempio a quota -4, da -16 di un anno fa; per quelli interni il miglioramento è di quattro punti. Segno meno che si trasforma in un deciso “avanzo” quando dai giudizi attuali si passa alle previsioni, con un saldo tra ottimisti e pessimisti sugli ordini che arriva a quota 16, a 14 per la produzione, valore toccato a ottobre 2015 ma superato in precedenza solo nel gennaio 2011.
Ottimismo che come detto per gli imprenditori potrebbe tradursi a breve in un aumento della forza lavoro, con un saldo tra ottimisti e pessimisti tornato finalmente positivo, dagli abissi in cui era precipitato (-27) nei periodi più cupi della crisi, nel corso del 2009.
Uno scatto, quello dell’indice di fiducia delle imprese, legato in particolare all’area dei beni strumentali, certamente la più coinvolta dall’articolato e potente apparato di bonus definito dal Governo in particolare per i beni tecnologici di Industria 4.0. Un settore che del resto già nelle prime rilevazioni 2017 vede una crescita sostenuta degli ordini e un generale fermento di mercato con richieste di offerta in deciso aumento.
Forse anche per questo la fiducia qui scatta in avanti di tre 7 Il clima di fiducia delle imprese è elaborato tramite media aritmetica semplice dei saldi destagionalizzati delle domande ritenute maggiormente idonee per valutare l’ottimismo/pessimismo delle imprese. Il risultato è poi riportato a indice in base 2010. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere include giudizi sul livello degli ordini, giudizi sul livello delle scorte di magazzino e attese sul livello della produzione punti (114,7), per trovare un livello più alto occorre fare un discreto salto all’indietro, al marzo del 2008.
In miglioramento per i beni strumentali sono tutte le variabili, e anche se è visibile un progresso nelle commesse interne, è dal lato degli ordini esteri che si palesano i risultati migliori. Sulla scorta, probabilmente, del deciso recupero dell’export negli ultimi mesi, in particolare nell’area extra-Ue, con uno scatto che coinvolge anche le aree critiche del passato recente, Russia e Brasile in primis. Ottimismo da confermare comunque con i numeri. I primi dati 2017 in arrivo dall’industria (produzione e ricavi di gennaio) non sono stati in effetti particolarmente favorevoli, anche se il calendario rende difficile la normalizzazione dei dati: per il mese di febbraio gli analisti si attendono un recupero, sulla base di indicazioni qualitative già positive ma superate dai dati diffusi ieri.
Il dato Istat è in miglioramento anche dal lato dei consumatori, invertendo un trend negativo avviato a gennaio. L’indice qui cresce di un punto (107,6), grazie in particolare ad un miglioramento dei giudizi sulla situazione economica del paese. Il clima economico migliora infatti di quasi sei punti, per effetto di una calo della componente dei pessimisti estremi (coloro che indicano o prevedono un forte peggioramento), la cui quota sia per i giudizi attuali che per le attese si riduce in media di tre punti.
Umori più sereni anche nelle componenti del clima futuro (attese su Italia, famiglia, disoccupazione, possibilità future di risparmio) mentre sono in lieve arretramento le altre due componenti dell’indice: clima personale e clima corrente.
IL TREND Positivi i giudizi sul futuro dei consumatori: cambia la percezione della situazione economica del Paese