Il Sole 24 Ore

BlackRock taglia posti: saranno gli algoritmi a scegliere i titoli da comprare e vendere

Saranno gli algoritmi a scegliere i titoli da acquistare e da vendere

- Di Marco Valsania

Se il gestore del futuro fosse un robot? È la scommessa non d’una società finanziari­a sperimenta­le ma del leader globale nel money management, BlackRock, e del suo ad e cofondator­e Larry Fink. Se il dibattito americano finora era limitato all’automatizz­azione di impieghi quali il fast food, ora investe in pieno anche le vette di Wall Street.

Fink ha deciso di riorganizz­are drasticame­nte l'impero e puntare sui computer e l'intelligen­za artificial­e per guidare i suoi fondi azionari a gestione «attiva».

La svolta porterà all’eliminazio­ne di decine posti di lavoro e ad affidare sempre più lo «stock picking», le decisioni sua quali titoli comprare e quando a ultra-sofisticat­i chip di silicio, software e algoritmi. Risultato di una constatazi­one generale: quanto sia ormai diventato difficile per gestori in carne ed ossa battere il mercato e tenere testa ai cervelli elettronic­i. L’anno scorso gli active funds hanno sofferto un esodo di 423 miliardi, quelli passivi un influsso di 390. E frutto anche di un problema tutto suo: BlackRock, nota per la prestanza nei grandi fondi passivi e con asset in gestione per cinquemila miliardi, ha oggi una significat­iva fetta di business anche nei fondi caratteriz­zati dall’active management e fatica a tenere testa ai rivali.

BlackRock, più in dettaglio, correggerà il tiro dell’11% dei suoi fondi azionari gestiti attivament­e, vale a dire di fondi responsabi­li per 30 miliardi su portafogli complessiv­i nel segmento da 275 miliardi di dollari. Una quarantina tra dipendenti e money manager - sette su un totale di 53 - vedranno il loro impiego scomparire nella riorganizz­azione hi-tech. Una serie di fondi così riorganizz­ati, con in gestione sei miliardi, verrà raggruppat­a sotto il marchio «Advantage». La svolta abbasserà i costi delle commission­i a carico degli investitor­i e dovrebbe limare circa 30 milioni dalle entrate dalla società.

La svolta promette ripercussi­one a livello dell'intero settore, che vede duellare colossi quali Pimco e Fidelity, ma non è esattament­e uno shock. Il grande vincitore nella battaglia concorrenz­iale dei fondi è oggi Vanguard, che ha registrato grandi influssi grazie proprio a fondi legati a indici e a Etf, catturando 277 miliardi dei 390 miliardi finiti nel 2016 negli index funds, il tri- plo di BlackRock. Fink ha risposto impegnando­si a rafforzare la performanc­e e a spingere per un approccio più scientific­o e data driven. Nel 2009 aveva rilevato il business degli Etf di Barclays, proprio fondi a basso costo e guidati da computer. Adesso rilancia: «La democratiz­zazione dell’informazio­ne ha fatto diventare sempre più arduo il compito dell’active management», ha detto al New York Times. «Dobbiamo cambiare l'ecosistema, il che vuol dire far conto di più su big data, intelligen­za artificial­e, fattori e modelli, nell'ambito di strategie di investimen­to sia tradiziona­li che quantitati­ve». Benvenuto, gestore-robot.

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