Consip, Emiliano sentito dai Pm come testimone
AUDIZIONE NELL’INCHIESTA CONSIP
Michele Emiliano è stato ascoltato ieri come testimone nell’inchiesta Consip. Acquisiti dai Pm gli sms di Luca Lotti e Tiziano Renzi sull’imprenditore Russo. Il ministro dello Sport si è detto «sereno».
Michele Emiliano è stato ascoltato come testimone nell'inchiesta Consip. L’audizione si è svolta col procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. Il governatore pugliese, candidato alle primarie del Pd, si è limitato a confermare quanto aveva già detto alla stampa: a ottobre 2014 l’allora sottosegretario Luca Lotti lo «incoraggiò» a incontrare l’imprenditore farmaceutico Carlo Russo, che assieme a Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite. L’ipotesi è che avrebbero mosso pressioni sui vertici di Consip affinché creassero un vantaggio all’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo, che puntava a incassare diversi lotti dell’appalto Fm4 da 2,7 miliardi di euro. Gli sms sono stati acquisiti dalla Procura, così come quelli che Emiliano ha ricevuto nello stesso periodo anche dal padre dell’ex premier e da Russo. L’audizione di Emiliano avrebbe suffragato le ipotesi, secondo cui Russo fosse un personaggio ben addentrato nel “giglio magico”. Dagli atti d’indagine, infatti, emerge il motivo per il quale Russo voleva incontrare Emiliano: assieme a Tiziano Renzi aveva in progetto di lanciarsi nel business alberghiero in Puglia.
Intanto la Procura sta vagliando la possibilità di ascoltare nuovamente Luigi Marroni, l’ad di Consip che con le sue accuse ha fatto indagare Lotti per rivelazione del segreto d’ufficio. Secondo il manager, fu il ministro allo Sport a riferirgli che la magistratura stava indagando su Consip, per fatti legati all’ex ad Domenico Casalino. Per questo Marroni fece compiere una bonifica ambientale, per disattivare le microspie . Ascoltato a dicembre scorso, Lotti ha negato di aver riferito a Marroni di inchieste. Ieri si è detto «sereno», perché consapevole che «la verità verrà a galla». Intanto nelle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame ha disposto di lasciare in carcere l’imprenditore Romeo, accusato di corruzione in concorso con il dirigente di Consip, Marco Gasparri, i pm scrivono: «È assolutamente pacifico che da circa 25 anni» Romeo «utilizzi il metodo corruttivi per esercitare la sua impresa».