Rai, 1,8 miliardi di canone assicurano l’utile nel 2016
AVVOCATURA, DUBBI SUL TETTO AGLI ARTISTI
Il canone soffia forte nelle vele dei conti Rai relativi all’esercizio 2016. Mentre l’Avvocatura di Stato, in un parere reso alla Presidenza del Consiglio, riapre la questione del “tetto” dei 240mila euro lordi annui che il vertice del servizio pubblico ha esteso ai compensi artistici. I compensi delle attività commerciali non gravano sul canone e vanno valutati considerando la necessità di garantire alla Rai di operare in regime di parità concorrenziale: per questi motivi, l’Avvocatura prospetta dubbi sulla possibilità di applicare il tetto di 240mila euro ai compensi degli artisti in Rai. Rai che si trova ora a decidere chi sia un “artista”: Bruno Vespa e Fabio Fazio lo sono?
Il bilancio 2016 avrà un risultato operativo positivo per circa 75 milioni, grazie a un introito netto da canone vicino a 1,8 miliardi rispetto a quello del 2015, pari a 1,63 miliardi di euro. Poco meno di duecento milioni in più, ottenuti con l’inserimento del canone in bolletta e la riduzione drastica dell’evasione. Certo, la crescita del finanziamento pubblico poteva essere più alta, visto un introito lordo del canone superiore a 2,15 miliardi di euro. Le varie “trattenute” dello Stato, dal 33% dell’extragettito rispetto alle previsioni di bilancio, al 5% di contributo di solidarietà imposto alla Rai, dalla tassa di concessione all’Iva, hanno ridotto l’impatto del canone in bolletta per il servizio pubblico. Tale maggiore introito, insieme a una riduzione dei costi. quelli esterni per 26 milioni, hanno permesso di chiudere l’esercizio in utile, pur con spese straordinarie per Europei di calcio e Olimpiadi e per le incentivazioni all’esodo dei giornalisti.