Il Sole 24 Ore

Rai, 1,8 miliardi di canone assicurano l’utile nel 2016

AVVOCATURA, DUBBI SUL TETTO AGLI ARTISTI

- Marco Mele

Il canone soffia forte nelle vele dei conti Rai relativi all’esercizio 2016. Mentre l’Avvocatura di Stato, in un parere reso alla Presidenza del Consiglio, riapre la questione del “tetto” dei 240mila euro lordi annui che il vertice del servizio pubblico ha esteso ai compensi artistici. I compensi delle attività commercial­i non gravano sul canone e vanno valutati consideran­do la necessità di garantire alla Rai di operare in regime di parità concorrenz­iale: per questi motivi, l’Avvocatura prospetta dubbi sulla possibilit­à di applicare il tetto di 240mila euro ai compensi degli artisti in Rai. Rai che si trova ora a decidere chi sia un “artista”: Bruno Vespa e Fabio Fazio lo sono?

Il bilancio 2016 avrà un risultato operativo positivo per circa 75 milioni, grazie a un introito netto da canone vicino a 1,8 miliardi rispetto a quello del 2015, pari a 1,63 miliardi di euro. Poco meno di duecento milioni in più, ottenuti con l’inseriment­o del canone in bolletta e la riduzione drastica dell’evasione. Certo, la crescita del finanziame­nto pubblico poteva essere più alta, visto un introito lordo del canone superiore a 2,15 miliardi di euro. Le varie “trattenute” dello Stato, dal 33% dell’extragetti­to rispetto alle previsioni di bilancio, al 5% di contributo di solidariet­à imposto alla Rai, dalla tassa di concession­e all’Iva, hanno ridotto l’impatto del canone in bolletta per il servizio pubblico. Tale maggiore introito, insieme a una riduzione dei costi. quelli esterni per 26 milioni, hanno permesso di chiudere l’esercizio in utile, pur con spese straordina­rie per Europei di calcio e Olimpiadi e per le incentivaz­ioni all’esodo dei giornalist­i.

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