Il Sole 24 Ore

Strappo socialista, Valls sta con Macron

Primo turno delle presidenzi­ali

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G ià al primo turno delle elezioni presidenzi­ali, il 23 aprile, l’ex premier socialista Manuel Valls voterà per il candidato indipenden­te Emmanuel Macron e non per il vincitore delle primarie del suo partito, Benoit Hamon.

L’annuncio era largamente atteso. Valls - che ha guidato il governo per due anni, tra il 2014 e il 2016, dopo la svolta riformista di François Hollande – è il principale esponente dell’ala moderata del partito socialista. Mentre Hamon è il leader dell’ala sinistra e ha fatto parte dei “frondisti” che hanno cercato di ostacolare in tutti i modi l’esecutivo.

Nonostante l’impegno assunto ai tempi delle primarie (tutti i partecipan­ti avevano garantito che avrebbero sostenuto il vincitore) e i contrasti che ha avuto con quello che allora era il “suo” ministro dell’Economia, Valls ha quindi deciso. Certo spinto anche dai sondaggi, che assegnano a Hamon il quinto posto, con meno della metà dei consensi di Macron. L’unico che sembra apparentem­ente in grado di evitare che l’Eliseo venga espugnato dall’estrema destra eurofoba di Marine Le Pen.

Ed è stata d’altronde questa la motivazion­e principale fornita da Valls per spiegare la propria scelta: «Mi assumo le mie responsabi­lità perché, di fronte alla marginaliz­zazione del nostro candidato, penso che non si debba esporre la Repubblica ad alcun rischio». Quello per Macron sarebbe quindi il classico “voto utile”.

La decisione di Valls – che giunge dopo quella di altri pesi massimi della destra del partito socialista, dall’ex sindaco di Pa- rigi Bernard Delanoe al ministro della Difesa (e presidente della Bretagna) Jean-Yves Le Drian – non è stata peraltro accolta con particolar­e entusiasmo da Macron. Il quale ha fatto dell’indipenden­za assoluta dagli apparati di partito la sua carta vincente e che, non a caso proprio alla vigilia dell’endorsemen­t dell’ex premier, ha organizzat­o precipitos­amente una conferenza stampa per ribadire che le sue scelte (politiche e di uomini) saranno totalmente autonome da eventuali pressioni dei politici di profession­e. In nome di un «radicale rinnovamen­to delle pratiche politiche e delle facce» (in sostanza niente posti in cam-

LE MOTIVAZION­I Il candidato del Ps, Hamon, è dato dai sondaggi solo al quinto posto e l’ex premier sostiene il «voto utile» per fermare Le Pen

bio di voti, neppure per Valls).

Macron, il cui elettorato è ancora molto fragile, non può permetters­i che il suo movimento venga percepito da parte dell’opinione pubblica come un rifugio per socialisti in crisi. E che il suo timore sia fondato lo dimostra l’immediato attacco di Marine Le Pen: «Finalmente è chiaro che l’operazione Macron è parte di un grande piano di salvataggi­o dell’hollandism­o».

Certo si tratta di un colpo quasi mortale per il Ps e per Hamon. Il quale ha rivolto un disperato appello all’unità al candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon (avanti di cinque punti nei sondaggi). Che lo ha respinto al mittente.

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