Il Sole 24 Ore

Vino, lo scatto dell’alto di gamma

Analisi Pambianco sui bilanci delle aziende: redditivit­à maggiore nella fascia più elevata In un mercato ipercompet­itivo la qualità è la vera discrimina­nte

- Emanuele Scarci

pLe grandi aziende del vino crescono quasi il doppio rispetto alle piccole e, soprattutt­o, hanno una redditivit­à tripla. La conclusion­e di Pambianco strategie di impresa è che, in un mercato ipercompet­itivo, per creare valore è necessario puntare verso la fascia alta di mercato, ma ciò richiede altissima qualità, comunicazi­one mirata, distribuzi­one internazio­nale e risorse finanziari­e. E quando queste non ci sono si può pensare ad alleanze e partnershi­p con soci forti, com’è accaduto nel 2016 nei casi di Biondi Santi acquisita dal gruppo francese Epi, Sella&Mosca da Terra Moretti, Tenuta San Giorgio da ColleMassa­ri e Canevel rilevata da Masi della famiglia Boscaini.

La ricerca di Pambianco sulle performanc­e del business del vino (in Italia il primo settore dell’alimentare con 5,5 miliardi di export) ha analizzato i bilanci di un campione di 171 aziende che nel 2015 ha realizzato un fatturato totale di 6,2 miliardi di euro. La crescita media dei ricavi è stata del 5,2% e quella dell’Ebitda del 10,4%.

Dalle 171 aziende sono state estratte quelle della fascia alto di gamma: sono 48 e nel 2015 hanno registrato un fatturato di 1,25 mi- liardi con una crescita del 7,8%. Si tratta delle cantine più rinomate (con tutti i loro marchi), tra le quali Antinori, Frescobald­i, Ruffino, Lunelli, Banfi, Masi, Fontanafre­dda, Terra Moretti, Berlucchi, Ca’ del Bosco.

Le aziende di fascia media sono più numerose 123 e nel 2015 hanno realizzato un fatturato di 4,96 miliardi, in crescita del 4,6%.

Quindi la crescita dei ricavi delle aziende Top di gamma è del 7,8% contro il 4,6% di quelle di fascia media. La differenza maggiore però sta nell’Ebitda: le cantine Top hanno registrato un’incidenza dell’Ebitda sui ricavi del 23,1%, quelle di fascia media un più modesto 7,2%. «Se poi confrontia­mo - osserva Carlo Pambianco - le cantine Top 10 per fatturato notiamo che l’Ebitda di queste è ancora più elevato, oltre il 27%, rispetto a quello di tutte le aziende di fascia alta». Fuoriclass­e del vino è la Te- nuta di San Guido con il famoso marchio Sassicaia: fattura 27 milioni con un Ebitda di oltre il 55%, il più elevato in assoluto, e un utile di 10 milioni.

«Puntare sull’alto di gamma è possibile - interviene Lamberto Frescobald­i, presidente del gruppo omonimo toscano - ma servono grandi conoscenze e tecnici di valore. Ovviamente servono anche ingenti capitali».

La sfida del valore è più che mai attuale per il vino italiano che, a parità di quantità, realizza poco più della metà del fatturato del vino francese. «In realtà - obietta Frescobald­i - se scorporiam­o lo champagne e contiamo solo i vini fermi, i valori tra Italia e Francia si avvicinano. In generale, sono ottimista sulle performanc­e future del vino italiano: i Millenials e le generazion­i successive hanno meno conoscenze e preconcett­i. Sono quindi più reattivi a cogliere i valori del nostro vino».

Nel 2016 il gruppo Frescobald­i ha realizzato ricavi superiori ai 100 milioni (dai 95 milioni dell’esercizio precedente) e oltre 11 milioni di bottiglie, uno in più del 2015.

Antinori

SOCI FORTI Un’opzione può essere quella di aprirsi all’ingresso di un partner che possa fornire risorse finanziari­e come nel caso di Biondi Santi

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