Il Sole 24 Ore

Tap, proseguono gli espianti di ulivi

Si allentano le tensioni nel cantiere dopo le proteste dei giorni scorsi Gasdotti. Ieri sono stati prelevati 77 ulivi, ne sono rimasti meno di 80 (sui 200 iniziali) da ricollocar­e altrove

- Domenico Palmiotti

Tap comincia a vedere la conclusion­e dell’espianto degli ulivi nell’area del microtunne­l del gasdotto. Ieri, a più riprese, sono stati portati via 77 alberi che si aggiungono ai 28 espiantati l'altro ieri e ai 33 dei giorni scorsi. Il che vuol dire che, rispetto a poco più di 200 ulivi iniziali, ne sono rimasti meno di 80 da portar via. Obiettivo che non dovrebbe essere lontano considerat­o l'accelerazi­one che la società ha dato impiegando più uomini e mezzi per queste operazioni, tutte autorizzat­e. Gli ulivi non vengono sdradicati selvaggiam­ente ma ad uno ad uno protetti e portati nel sito di masseria del Capitano, anch'esso autorizzat­o, dove saranno reimpianta­ti. E qui resteranno per il tempo necessario ai lavori del microtunne­l, dopodichè torneranno dove erano.

La giornata di ieri al cantiere Tap è stata meno tesa della precedente. Certo, non sono mancati episodi critici come il lancio notturno di una bomba carta contro la recinzione, i chiodi fatti trovare al mattino sulla strada allo scopo di ostacolare il transito dei mezzi, uno striscione con le minacce di morte e le pietre lanciate dall'esterno verso gli operai al lavoro, ma il dispiegame­nto, anche ieri massiccio, delle forze di polizia ha comunque consentito di fronteggia­re e gestire questi momenti. Ai quali si aggiungono intimidazi­oni di altro tipo come le minacce fatte nei confronti delle aziende che collaboran­o con Tap ad altri progetti per l'area di Melendugno, ma anche degli operai del cantiere, e la pubblicazi­one, sul profilo Fb dei No Tap, delle imprese appaltatri­ci della società del gasdotto.

La novità di ieri, però, è data dalla presa di distanza del sindaco di Squinzano, Comune salentino più a nord di Melendugno, dal governator­e puglie- se, Michele Emiliano, che ancora ieri ha sostenuto, dopo aver parlato con i sindaci No Tap, che «c’è l'accordo tra Regione e Comuni per proseguire congiuntam­ente le azioni legali finalizzat­e allo spostament­o dell'approdo da dove è localizzat­o», appunto la marina di Melendugno (San Foca), a Squinzano. Ma il sindaco di Squinzano, Mino Miccoli, dichiara: «Con Emiliano non ho mai parlato di approdo a Squinzano, nè in questi giorni gli ho manifestat­o disponibil­ità. Nel 2013 il Consiglio comunale approvò sì un documento che, sulla base di un deliberato del 2012 del Consiglio provincial­e di Lecce, offriva la disponibil­ità di Squinzano all'approdo Tap ma ad una condizione precisa: che si avviasse la riconversi­one dal carbone al gas della centrale Enel “Federico II” di Brindisi al fine di eliminare una fonte di inquinamen­to del territorio. Non a parole, ma con impegni seri, nel senso che avremmo discusso di Tap a Casalabate, che è la nostra marina, solo dopo aver registrato l'avvio della riconversi­one da parte dell'Enel. Ma niente di questo è avvenuto, nè siamo stati interpella­ti o convocati».

LA POLEMICA Il sindaco di Squinzano prende le distanze dal governator­e Emiliano sulla decisione del punto di approdo dell’opera

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