Nel cuore di Roma riapre l’Hotel Eden amato da vip e reali
Dopo un restyling milionar io
pSono serviti diciotto mesi per completare il restauro milionario. La cifra è top secret, ma basti sapere che una “montagna” di pregiato marmo dal Pakistan è stata trasportata a Carrara per essere lavorata dai sapienti artigiani italiani. Dopodomani riaprirà finalmente l’Hotel Eden di Roma, il cinque stelle inaugurato nel 1889 da Francesco Nistelweck tra Via Veneto e Trinità dei Monti, amatissimo da reali e celebrity, e oggi nel portafoglio della Dorchester Collection. Il progetto è stato curato da Bruno Moinard e Claire Betaille di 4BI & Associés (per quanto riguarda lobby, camere e sale riunioni) e da Patrick Jouin e Sanjit Manku di Jouin Manku (per ristoranti e Spa), all’insegna dell’armonia tra stile romano ed elementi contemporanei. Per incrementare comfort e spazio, il numero di camere e suite è stato ridotto da 121 a 98, con tariffe che variano da 700 euro a 15mila per la Penthouse Suite Bellavista di 202 mq, con ascensore privato, studio, soggiorno e camera da pranzo, un tempo luogo di incontro tra Louis Vuitton e Bulgari.
A guidare il ristorante La Terrazza (aperto solo la sera, con una delle viste più spettacolari della città) è ancora Fabio Ciervo, impegnato ora a riconquistare la stella che aveva prima della chiusura con una cucina creati- va e salutista, molto attenta alle stagioni e ai valori nutrizionali dei suoi piatti, tra cui la versione di spaghetti cacio e pepe del Madagascar profumati ai boccioli di rosa. Al sesto piano c’è anche Il Giardino, un ristorante e bar aperto dalle 7 del mattino all’una di notte sulla celebre terrazza affacciata sui giardini di Villa Medici, la più amata da Federico Fellini per le sue interviste. Ottimi i cocktail signature, in parti- Il “secret bar” del l’Hotel Eden è nascosto nella libreria al piano terra, tra soffitti dorati e affreschi di Gio Bressana
i molti cambiamenti che hanno trasformato il tessile-moda negli ultimi dieci anni ci sono anche quelli dell’abbigliamento intimo e del beachwear. In primis parliamo della crescita capillare dei network retail di insegne specializzate, a partire dal gruppo Calzedonia con i suoi due marchi Intimissimi e Tezenis. Ma ci sono anche Yamamay, Oysho (gruppo Inditex) e altre catene italiane. Poi c’è stato lo sviluppo della catene di fast fashion, a partire da H&M e Zara, che hanno affiancato alle linee di abbigliamento quelle di intimo, pigiameria e costumi da bagno. E non bisogna dimenticare colossi stranieri , a partire da Victoria’s Secret, o brand storici italiani come La Perla, che ha diversificato nel prêt-à-porter.
Di questi cambiamenti ha dovuto prendere atto Triumph, azienda nata nel 1866 in Germania e presente in Italia dal 1955. La scelta è stata di puntare sull’heritage, cercando allo stesso tempo di diventare sempre più contemporaneo, come spiega Olga Iarussi, entrata in azienda nel 2007 e dal 2012 amministratore delegato per il Sud Europa. «Per il 2017 la novità principale è la linea Florale, che si ispira alla corsetteria di antica memoria, ma è realizzata con il know how maturato in 130 anni di ricerca e sviluppo nei laboratori Triumph – spiega –. Oggi siamo in grado di unire materiali innovativi con tecniche che migliorano vestibilità, sostegno e comfort. Senza mai dimenticare lo stile».
Florale è una collezione pensata per donne dai 30-35 anni in poi, «anche se nulla vieta a consumatrici più giovani di provare l’esperienza di questa moderna corsetteria», aggiunge Olga Iarussi. Il posizionamento prezzo è più alto della media Triumph (per un reggiseno si parte da 40 euro), ma si tratta comunque di lusso accessibile. «Florale sarà nei nostri monomarca e nei migliori multimarca. Abbiamo inoltre pensato a shop-in-shop nei department store e stiamo già facendo dei test in Spagna e Portogallo in collaborazione con El Corte Inglés». Il 2016 è stato un buon anno e l’introduzione di Florale conferma l’impegno di Olga Iarussi per riposizionare Triumph come premium brand di intimo da donna.
Oggi l’Italia è considerata “priority country” tra i 46 Paesi in cui Triumph possiede filiali, con un fatturato di circa 100 milioni (oltre due miliardi quello mondiale). «Il retail diretto cresce del 10% e per il 2017 siamo ottimisti: se è vero che la competizione è aumentata molto, è altrettanto vero che le consumatrici sono sempre più informate e apprezzano il rapporto qualitàprezzo di Triumph – sottolinea Olga Iarussi –. Penso accadda per ogni categoria di abbigliamento o accessori, ma ancora di più nel nostro settore. Per le donne, l’intimo gioca un ruolo fondamentale, anche per la propria autostima. E credo che varrà sempre di più anche per l’uomo».
Gli investimenti nell’ecommerce e nei social network sono parte integrante della strategia per il 2017. «Solo su Facebook abbiamo 150mila follower, donne che si aspettano, giustamente, di essere ascoltate, consigliate, magari rassicurate – conclude l’ad di Triumph –. Abbiamo creato un team dedicato e cerchiamo di rispondere a tutte in tempi brevi».