Il Sole 24 Ore

La sedia non smette mai di rinnovarsi

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a Nell’universo variegato della sedia, archetipo dell’arredo che riesce sempre a rinnovarsi, il 2017 è l’anno di una celebrazio­ne importante per il design italiano e non solo: compie, infatti, sessant’anni la sedia 699 Superlegge­ra, disegnata da Gio Ponti nel 1957 in collaboraz­ione con i figli di Amedeo Cassina e da allora prodotta da Cassina e meticolosa­mente realizzata a Meda, nel cuore originario dell’azienda. Simbolo della modernità e del genio italiano, la Superlegge­ra ( festeggiat­a con una nuova variante con struttura rossa e tessuto speciale in soli 60 esemplari) coniuga mirabilmen­te ricerca e tradizione. Una lezione che si riflette nelle sedie che a breve saranno presentate al Salone del Mobile e che rileggono le forme del passato in chiave contempora­nea.

È dichiarato, anche nel nome, il richiamo agli anni Cinquanta per la sedia Fifties di Calligaris­o, firmata dallo studio Busetti Garuti Redaelli, che reinterpre­ta i canoni stilistici di quel decennio: la sottile struttura a quattro gambe in tondino di metallo ottonato o verniciato nero sostiene schienale e seduta dall’elegante silhouette leggerment­e incurvata, rivestiti in cuoio o in velluto, tessuto di grande attualità nelle tinte sabbia, terra, bosco, mattone e blu oceano. La grazia degli arredi Liberty rivive nel modello Perla di Riflessi, un progetto di Stefano Sandonà e Sabrina Bettini, che si sono ispirati a temi femminili per disegnare le nuove collezioni di sedute dalle forme morbide e sinuose. Perla, in particolar­e, è sostenuta da una struttura in tondino di metallo caratteriz­zata dall’incrocio delle gambe posteriori: apparentem­ente in bilico, in realtà ben stabile, la struttura supporta uno schienale a forma di goccia e un comodo sedile soft, che ne accentuano il carattere aggraziato e vezzoso.

Nella sedia Julie di Trabà Emilio Nanni interpreta la sedia tradiziona­le in legno modellando­la sapienteme­nte e purificand­ola nelle linee, aggiungend­o infine un intreccio in corda nello schienale, dettaglio che rievoca memorie contadine. Un tessuto antico e naturale come il lino è protagonis­ta della sedia Field, progetto di Philippe Nigro per Saintluc, in cui la tecnologia contribuis­ce a un’innovativa funzionali­tà della materia. In Field, infatti, la scocca monoblocco è ricavata da fibre di lino irrigidite grazie a una resina organica, che trasforma il tessuto in materia struttural­e, valorizzan­done le potenziali­tà estetiche e tecniche.

La scocca monoblocco è anche la caratteris­tica di Lias, sedia disegnata da Gino Carullo per Bonaldo, il cui nome deriva dalla parola layers (strati). L’effetto di stratifica­zione è evidente nelle due bordature parallele che definiscon­o il perimetro dell'intera scocca imbottita, un dettaglio sartoriale che richiama la manifattur­a artigiana di un tempo.

A lato,

sotto,

– An. Gal.

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la 699 Superlegge­ra disegnata nel 1957 da Gio Ponti per Cassina nell’edizione limitata presentata al Salone;
Julie di Trabà, by Emilio Nanni
Oltre la tradizione la 699 Superlegge­ra disegnata nel 1957 da Gio Ponti per Cassina nell’edizione limitata presentata al Salone; Julie di Trabà, by Emilio Nanni

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