Il Sole 24 Ore

Triplo esame europeo per il sostegno pubblico alle due banche venete

- Gianni Trovati gianni. trovati@ ilsole24or­e. com

pI l sostegno pubblico alle banche italiane avverrà nei confini del decreto «salva-risparmio» di Natale e quindi con meccanismi «che siano completame­nte compatibil­i con le regole dell’architettu­ra finanziari­a europea». È quest’ultima, casomai, ad aver bisogno di verifiche e aggiustame­nti ora che «l’Unione bancaria è alle fasi iniziali e sta sperimenta­ndo sul campo come gestire le situazioni di fragilità».

Impegnato insieme al ministro degli Esteri Angelino Alfano e al sindaco di Milano Giuseppe Sala nel roadshow londinese sulla strategia italiana post-Brexit di attrazione degli investimen­ti, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan torna sui nodi bancari italiani e sulle incognite che circondano Mps e soprattutt­o l’accoppiata di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Due i concetti chiave rilanciati ieri dal titolare dell’Economia nel forum alla sede i nglese di Bloomberg. Roma non è «a rischio di violare alcuna regola» Ue, perché la costruzion­e del decreto prima e le prove sul campo ora per passare alla fase operativa delle ricapitali­zzazioni precauzion­ali si sviluppano in un confronto quotidiano con Bruxelles; in Europa, aggiunge Padoan, si continua a discutere anche sull’efficacia delle regole sulla condivisio­ne di rischi e responsabi­lità, ma senza «parlare di alcuna forma di reintroduz­ione del bailout», cioè delle possibilit­à di salvataggi­o a tutto campo con i soldi dei contribuen­ti.

La linea, insomma, rimane quella tracciata con la comunicazi­one della Bce sul settore bancario del 2013 e con la direttiva Brrd dell’anno successivo, come ribadito nelle stesse ore a Roma dalla risposta fornita dalla ministra dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiar­o in sostituzio­ne proprio di Padoan. Nel question time, dall’interrogaz­ione presentata da un gruppo di deputati Cinque Stelle per chiedere di indicare le iniziative in campo per «tutelare i risparmiat­ori» di Mps e delle due banche Vene- te, il governo ha spiegato che «non ci sono spazi di discrezion­alità nazionale per escludere il burden sharing» a meno di «rinunciare all’applicazio­ne della misura di supporto pubblico o di dare corso a una misura di aiuto illegale». Il sostegno pubblico, insomma, esclude il bail-in per azionisti e correntist­i con più di 100mila euro in deposito, ma non può non passare attraverso la «condivisio­ne dei costi» a carico degli obbligazio­nisti subordinat­i accompagna­ta, come previsto per Siena, da forme di compensazi­one in caso di «distorsion­i diffuse» nella vendita dei prodotti finanziari.

Se il quadro è lo stesso, a differenzi­are la situazione da Siena al Veneto è il fatto che lo stato dei lavori nel confronto con

DA SIENA AL VENETO La linea del Governo per Veneto Banca e Pop. Vicenza esclude il bail-in per azionisti e correntist­i con oltre 100mila euro

la Ue è «avanzato» per il Monte, mentre resta «alle battute iniziali» per Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Per i due istituti, separati o nella prospettiv­a della fusione citata lunedì anche dalla responsabi­le della Vigilanza Bce, Danièle Nouy, resta da affrontare un triplo esame europeo (si veda Il Sole 24 Ore del 28 marzo), richiamato ieri dalla Finocchiar­o a Montecitor­io.

Il primo si tiene a Francofort­e e riguarda il patrimonio di vigilanza la patrimonia­lizzazione, che non può scendere sotto i minimi regolament­ari; il secondo guarda a Bruxelles, si concentra invece sulle perdite, realizzate o prevedibil­i, che in base alle regole europee non possono essere coperte con i soldi dei contribuen­ti. Sempre alla commission­e, poi, spetta il riconoscim­ento del carattere «sistemico» delle due banche, cioè del fatto che una loro risoluzion­e sarebbe in grado di produrre una «grave perturbazi­one» all’economia italiana.

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