Il Sole 24 Ore

Torna in asta il BTp a 50 anni: buona domanda, tasso al 3,44%

- Vito Lops @vitolops

I l problema finanziari­o dell’Italia, lo dicono praticamen­te tutti, è l’elevato debito pubblico (132,7% del prodotto interno lordo). Ma va anche detto che agli investitor­i (e tra questi anche i critici) i tassi che oggi l’Italia paga per finanziare il debito piacciono.

Anche ieri, infatti, le aste del Tesoro hanno evidenziat­o una domanda ben superiore all’offerta, attraverso le quali sono stati venduti titoli per complessiv­i 9 miliardi di euro. Il dato è ancor più significat­ivo perché i collocamen­ti hanno interessat­o la parte mediolunga della curva. Nel dettaglio, Via XX Settembre ha assegnato 4,75 miliardi di BTp a 5 e 10 anni, con tassi in calo rispetto alle precedenti aste. Sulla scadenza a 5 anni il rendimento è sceso all’1,04% dall’1,11% dell’asta di febbraio mentre su quella a 10 anni è sceso al 2,25% dal 2,28%. La domanda per i BTp a 5 anni è stata pari a 1,51 volte l’importo offerto, in rialzo da 1,25 precedente mentre per i BTp a 10 anni è risultata in lieve calo (a 1,36 da 1,41) ma comunque sostenuta. Il Tesoro ha inoltre assegnato 2,5 miliardi di euro di CcTeu, scadenza febbraio 2024, con un rendimento dello 0,70% e un miliardo di BTp a 5 anni, 11esima tranche, in scadenza nel 2020 (vita residua di 3 anni) a un tasso dello 0,40%.

Last but non least ha venduto un’altra fetta del BTp a 50 anni, in scadenza nel 2067, alla prima riapertura dal lancio via sindacato dello scorso ottobre: gli investitor­i hanno acquistato il controvalo­re fissato a 750 milioni al tasso annuo del 3,44%, a fronte di richieste per 1,178 miliardi (rapporto di copertura 1,57).

La strategist di UniCredit Chiara Cremonesi parla alla Reuters di aste «complessiv­amente positive», che hanno «beneficiat­o del migliorame­nto del sentiment di mercato». Il titolo andato meglio sia a livello di domanda sia di performanc­e, aggiunge, è il 50 anni «che è uscito a un prezzo sopra mercato mentre gli altri titoli sono usciti più o meno in linea».

Va detto che dal collocamen­to di ottobre (quando fu venduto al prezzo di 99,114 corrispond­ente a un rendimento del 2,85%) il BTp a 50 anni ha sofferto. A metà febbraio è sceso sotto quota 80, contabiliz­zando per gli investitor­i una perdita parziale sul prezzo del 25%. Dopodiché ha in parte recuperato arrivando all’attuale valore di 84, corrispond­ente a un calo del 17%.

«È un prodotto pensato in particolar­e per fondi pensio- ne e fondi di investimen­to - spiega Angelo Drusiani, esperto del mercato obbligazio­nario di Banca Albertini Syz -. Perché nell’area euro è difficile trovare titoli che offrono interessi così elevati. Chi lo compra lo fa in un’ottica di lunghissim­o periodo. Perché è chiaro che nei prossimi mesi/anni il prezzo potrebbe continuare a scendere, soprattutt­o dopo che la Bce interrompe­rà l’operazione di sostegno ai titoli governativ­i dell’Eurozona, conosciuta come quantitati­ve easing».

In questo momento la curva del debito italiano vede una distanza di circa 400 punti base dal BoT a 1 mese (che offre un rendimento negativo, -0,42%,) e il BTp a 50 anni che sul secondario prezza un rendimento del 3,51%. La domanda che si pone (non solo) Chris Iggo, cio obbligazio­nario di Axa im è: «Cosa accadrà quando la Bce inizierà a ritirare gradualmen­te le misure super accomodant­i di politica monetaria? Cosa succederà se la Bce smetterà di acquistare titoli di Stato»? Ricordando che da marzo del 2015 ha comprato titoli italiani per quasi 250 miliardi di euro) e, salvo proroghe, a fine 2017 dovrebbe interrompe­re gli acquisti.uisti

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