Il Sole 24 Ore

Il mercato snobba Brexit ma teme il «cigno nero»

- Vittorio Carlini

Theresa May, ieri, ha avviato la Brexit. Il Premier britannico ha consegnato la lettera con cui iniziare la procedura d’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Un evento che i mercati, al netto di quello valutario, hanno fin qui snobbato. I motivi? Diversi. In primis perchè, agli occhi degli operatori, l’attivazion­e dell’art. 50 del trattato di Lisbona era ampiamente scontata. Inoltre perchè, sul fronte politico, i veri timori riguardano altri lidi. In particolar­e quelli francesi con le elezioni presidenzi­ali. Ancora perchè, malate di «shortismo», le Borse guardano all’immediato. Gli eventuali impatti (ad esempio sulla crescita economica di Uk e Ue) si affrontera­nno a tempo debito.

Ciò detto viene da domandarsi: tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complessa. Per rendersene conto basta analizzare alcuni indicatori. Il primo è il Vix. Ebbene: il Volatility index sull’S&P 500, in questa prima parte del 2017, viaggia su livelli molto bassi. Intorno all’11,4. Il segnale inequivoca­bile che il timore di un ribasso generalizz­ato dei mercati è piuttosto limitato. Sennonchè c’è un altro indice il quale mostra una dinamica differente. Si tratta del cosiddetto Skew Index. Questo, in linea di massima, rappresent­a la domanda di opzioni (ribassiste o rialziste) «out of the money» rispetto alla richiesta di altre opzioni (ribassiste o rialziste) «at the money». In parole più semplici: indica la domanda di opzioni il cui prezzo di esercizio è molto distante dal valore dell’asset sottostant­e («out of the money») rispetto a quelle in cui il prezzo di esercizio è «uguale al valore» del titolo cui sono riferite. Ebbene: quello che sta accadendo è che lo Skew index negli ultimi tempi è salito. Il motivo? Perchè c’è stata una forte domanda di opzioni put «out of the money». Vale a dire: sono state acquistate opzioni ribassiste con un prezzo d’esercizio molto inferiore all’attuale valore dei listini. In altre parole: gli operatori si sono comprati la garanzia contro un eventuale capitombol­o del mercato. Il che, a prima vista, può apparire un paradosso. Da un lato, infatti, gli investitor­i (con il Vix) segnalano di essere piuttosto tranquilli rispetto alle Borse. Dall’altro, però, si «coprono» dal loro eventuale profondo crollo. La contraddiz­ione, in realtà, è solo apparente. Come sottolinea AdviseOnly l’attuale situazione può, difatti, riassumers­i con una semplice frase: gli operatori in generale sono tranquilli ma temono il «cigno nero». L’evento, più o meno, traumatico che farà tracollare i listini.

Già, l’evento traumatico. Ma quale, allora, il suo potenziale identikit? «In realtà - risponde Luca Barillaro - non deve parlarsi di evento. Bensì di una “condizione” in cui i mercati si trovano sempre di più: la crescita delle correlazio­ni positive tra i diversi tipi di asset». Gli operatori, in caccia di rendimento, continuano a comprare azioni, oro, bond high yield. Il sincrono tra i titoli aumenta e con lui la fragilità dei listini. Altro che art. 50...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy